In giro per il mondo il Bayer Leverkusen è conosciuto pure come Neverkusen. Etichetta che si porta dietro da 21 anni.
In quel famoso 2002 il club passò alla storia per essere l’eterna seconda, a causa del secondo posto in campionato (primato perso nelle ultime 5 giornate), sconfitta in finale di Coppa di Germania e pure in finale di Champions League.
Un vero e proprio triplete al contrario.
Certo, non è escluso che anche quest’anno possa finire allo stesso modo, ma la sensazione è che il vento stia cambiando. Tanto che, dopo tre mesi di stagione, si può affermare che il Bayer sia il principale antagonista del Bayern Monaco.
Ci sono voluti più di vent’anni, per pensare di poter rimuovere una reputazione che il Bayer si è fatto: quella della squadra divertente, bella, imprevedibile, capace di sviluppare talenti incredibili e poi di rivenderli a cifre elevatissime, ma che non vince mai.
Alcune formazioni sono rimaste di culto:
il 3-4-3 del 2002, il 4-4-2 iper offensivo di Schmidt, il 4-3-3 di Bosz con Brandt e Havertz mezzali. Eppure è dalla coppa nazionale del 1993 che a Leverkusen non si vede l’ombra di un trofeo.
Un digiuno così lungo, perché parliamo di un club che non vive con l’obbligo di dover accontentare una tifoseria esigente come quella di altre città. In fondo Leverkusen ha 160mila abitanti che non vivono solo per il calcio: la BayArena fa 30mila spettatori, non è neanche tra i 15 stadi più grandi della Germania, e allora l’esigenza di mettere a repentaglio la propria dimensione provando ad alzare il livello non è mai stata prioritaria, dando libero sfogo all’etichetta Neverkusen.
Com’era inevitabile aspettarsi, alla lunga questa etichetta è diventata un peso. La società si è quindi affidata a Xabi Alonso, un allenatore promettente, ma soprattutto uno dei calciatori più vincenti di sempre.
“Un anno fa abbiamo capito che forse ci mancava esperienza: siamo sempre stati bravi a lavorare coi giovani ad alto potenziale, ma mancava l’equilibrio nella rosa”,
dichiarazioni di Fernando Carro (direttore dell’area tecnica). Parole che rispecchiano in pieno la nuova filosofia adottata da Carro: se prima il lavoro di scouting si incentrava quasi esclusivamente sui giovani di prospettiva, quelli da reclutare per fare plusvalenza, la pianificazione della squadra oggi si è concentrata su diversi orizzonti a prescindere dalla carta d’identità.
L’ultimo mercato estivo ha dato la svolta, con gli acquisti di Grimaldo classe ‘95, Hofmann e Xhaka entrambi classe ‘92. Tre giocatori fondamentali nel fare da chioccia ai compagni e nel contribuire a questi tre mesi fantastici.
Il cambiamento in atto non ha cancellato l’essenza del Bayer. Perché, a guardarla bene, la rosa della prima squadra continua ad avere un’anima giovane: Boniface, per esempio ha solo 23 anni. Il punto è che ormai anche gli altri talenti in divenire del Leverkusen, proprio come Boniface, sono giocatori pronti per vincere: Wirtz, Hincapié, Frimpong stanno trascinando la squadra di Xabi Alonso, e hanno firmato tutti il rinnovo del contratto. Anche questo è un segnale diverso rispetto al passato:
la grande promessa non si vende alla prima offerta, ma si cerca di costruire intorno ad essa.
Certo, tutto questo non sarebbe stato possibile senza le grandi cessioni degli anni scorsi, si pensi ai vari Brandt, Havertz, Bailey. In realtà anche quest’estate è stato fatto un grande affare in uscita, e cioè la cessione di Moussa Diaby all’Aston Villa per una cifra tra i 50 e i 60 milioni di euro. In realtà era una mossa inevitabile: i soldi arrivati dall’Inghilterra hanno finanziato tutti gli altri movimenti di mercato, a cominciare dall’operazione Boniface, costata 20 milioni, passando per tutti i grandi rinnovi annunciati nelle ultime settimane.
Il Bayer Leverkusen si conferma una mosca bianca: bilanci in salute, squadra che gioca bene e che compete per vincere in Germania e in Europa League, obiettivo europeo alla portata.
immagine presa da Transfermarkt
Insieme a Xabi Alonso, l’amministratore delegato Rolfes è l’uomo simbolo della nuova era del Bayern: il suo progetto è iniziato quando era responsabile del settore giovanile e poi direttore sportivo, oggi lo porta avanti attraverso una carica ancora più importante. In campo ha vissuto il Bayer Leverkusen bello ma perdente, il massimo del Neverkusen.
Il suo obiettivo, ora, è di trasformarlo in qualcosa di nuovo. Non si aspetta altro sulle rive del Reno.
immagine di copertina presa da GettyImages
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2023-11-18 19:59:24
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