“Tutt’ora ancora mi trovo a denunciare perché mi arrivano una quantità di informazioni di persone che hanno paura a denunciare. Partiamo dallo spaccio di droga, di estorsioni, minaccia aggravata ma la gente ha paura.
E perché ha paura? Uno Stato che si mostra debole, che non riesce a dare la percezione della certezza della pena, che ci fa ritrovare con dei politici condannati per reati di associazione mafiosa e scontano la pena ai servizi sociali e dopo ritornano in pompa magna è uno Stato che non è credibile.
È lo Stato siamo noi e non siamo sempre credibili perché se io do delle regole, le regole si rispettano ma da parte di tutti. Il camorrista, il mafioso, lo ‘ndranghetista quello puro sa di andare in galera, sa che può essere ucciso e lo mette in conto. Ma poi c’è l’essere più schifoso e indegno che è il colluso, il corrotto, il politico che si associa alla mafia consapevole di rimanere impunito e di non pagare mai la condanna.
E guardate finché ci saranno gente, perché spesso la corruzione viene vista come un reato ‘vabbè ma che ha fatto, si è preso una mazzetta’ ma se dietro quella mazzetta c’è un mancato controllo, se dietro quella mazzetta c’è una promessa di un lavoro, quella mazzetta è una pistola fumante ed ancora calda, una pistola che uccide.”
– afferma così il Testimone di Giustizia Gennaro Ciliberto.
Di questo e molto altro abbiamo parlato e approfondito nell’intervista fatta con la rubrica “Informazione Antimafia” a Paolo De Chiara e Gennaro Ciliberto.
Una vita contro la camorra
(Bonfirraro editore, dicembre 2023)
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– Ilardo: «Mio padre Luigi è nato in un contesto sbagliato»
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