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Il fotovoltaico di “Babbo Natale”

La nota dello Slow Food Basso Molise Aps.

by Redazione Web
5 Gennaio 2025
in Punti di vista
Reading Time: 7 mins read
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Il consumo di terreni fertili da parte delle cosiddette “energie rinnovabili” sta diventando sempre più un’emergenza e a leggere le motivazioni che hanno portato ad autorizzare in Molise l’ennesimo impianto fotovoltaico, il giorno della Vigilia di Natale, (DD n. 7431 del 24.12.2024) vengono i brividi:

“… Il servizio pianificazione paesaggistica della Regione Molise non ha espresso alcun parere, né in sede di assoggettamento a VIA né in sede delle due Conferenze di Servizi, da considerarsi quindi come un assenso; … compatibile con la trama agricola di riferimento, … considerato il bilanciamento degli interessi …”.

L’Italia ha una superfice pari allo 0,50% della superficie totale terrestre, con una popolazione che è lo 0,83% dei cittadini del mondo, unica penisola che viaggia da nord a sud su una latitudine perfetta per le produzioni agricole.

Tutti, chi più chi meno, desiderano abitare o visitare almeno una volta nella vita l’Italia, un lembo di terra che conserva il 70% del patrimonio artistico e paesaggistico naturale tra i più belli al mondo. Il “Cibo” prodotto in Italia si avvantaggia di condizioni pedoclimatiche uniche che hanno permesso, grazie alla sapiente artigianalità tutta italiana, eccellenze alimentari che il mondo ci invidia. In Italia l’agricoltura è ancora un settore trainante, unica certezza in questi anni turbolenti, declinata in tutte le sue forme: ambientale, economica e sociale. L’agricoltura è uno dei motori della transizione ecologica del Paese oltre ad essere una delle voci più importanti del nostro Pil “Made in Italy”

Negli ultimi dieci anni l’export alimentare è raddoppiato, all’estero si continua ad apprezzare lo stile italiano, il cibo è diventato, al pari della moda, sinonimo di italianità e non è un caso che il turismo enogastronomico vada a gonfie vele.

Denominatore comune di tutte queste peculiarità è il terreno cosiddetto “fertile”, risorsa finita e non replicabile.

All’interno di questo piccolo territorio che è l’Italia, c’è il Molise, che segue lo stesso trend nazionale. Alla luce dei dati su riportati parrebbe ovvio dover considerare l’agricoltura settore strategico e trainante della nostra economia regionale ed invece scopriamo che la Regione Molise pur avendo triplicato la produzione di energia rispetto ai consumi interni ritiene strategico aumentare ancora la produzione di energia elettrica a danno dei terreni fertili.

Il Molise ha da sempre una vocazione agricola, con una tradizione contadina che, se negli anni scorsi era considerata una sorta di arretratezza, oggi rappresenta un punto di forza. Abbiamo una artigianalità strettamente legata alle risorse legate ad attività agricole e/o zootecniche. L’attività casearia, la norcineria, l’industria agroalimentare, vantano prodotti che sono un patrimonio gastronomico/culturale, una risorsa che non possiamo assolutamente perdere legati come sono alla produzione di beni tipici le cui materie prime sono il frutto di quei “terreni fertili” che chi amministra questa regione sta destinando ad altro. Quando parliamo di “occupazione” nelle aree interne non possiamo prescindere dalle potenzialità dei territori e dalle attività ivi presenti. L’agricoltura è il settore più presente in quelle aree ed è anche l’attività più sostenibile e “rinnovabile” perché utilizza l’energia del sole e l’acqua piovana e, lì dove c’è zootecnia, il prezioso letame per le concimazioni.

Nel Molise, così come nel resto d’Italia, l’agricoltura non è in grado di garantire l’autosufficienza alimentare; siamo costretti ad importare grandi quantità di materie prime per alimentare le nostre importanti industrie agroalimentari. Il Molise, come tutta l’Italia, non riesce a soddisfare il fabbisogno di materie prime di cui ha bisogno l’agro-industria e questo verrebbe ulteriormente aggravato dalla diminuzione dei terreni fertili sottratti all’agricoltura. L’esempio della pasta è istruttivo: il grano duro italiano copre solo il 60% circa del fabbisogno. Anche per il grano tenero vale la stessa cosa poiché il prodotto interno copre solo il 38% di ciò che richiede il settore. Non cambia la situazione per altre categorie merceologiche: le carni bovine italiane soddisfano il 76% dei consumi e per il latte si scende addirittura al 44% solo per ricordarne alcune. Anche la maggior parte dei legumi non sono italiani, a causa di drastiche riduzioni delle coltivazioni a partire dagli anni ’50.

La situazione per il cibo trasformato è opposta: produciamo il 220% della pasta rispetto al consumo interno e, in Molise, contribuiamo con una grossa fetta.

Per questo, seppur nella consapevolezza di un bisogno sempre crescente di energia, dovendo scegliere tra produrre energia sui terreni fertili e potenziare filiere virtuose già presenti e di consolidata tradizione, ci pare più sensato investire per valorizzare il settore agroalimentare piuttosto che istallare impianti eolici/fotovoltaici/agrivoltaici in aree dove i terreni hanno un pregio agricolo. Considerato che è una questione di “SCELTE” sulla base di “opportunità” ed “interessi prevalenti”, riteniamo come Associazione Slow Food Basso Molise APS, che interesse prevalente della Regione Molise sia difendere i terreni fertili e con essi i paesaggi rurali e tutte le attività connesse per garantire occupazione nelle aree interne e per garantire alle industrie agroalimentari presenti un approvvigionamento di prossimità.

Il “terreno fertile” è un’entità fisica “finita” non riproducibile (almeno in una scala temporale confrontabile con la vita umana) pertanto non è possibile compensarne la perdita. Il consumo di suolo rappresenta quindi una perdita irreversibile e difficilmente mitigabile così come la Comunicazione della Commissione Europea al Parlamento Europeo – COM (2010) 672/5 ha messo in evidenza identificando tre obiettivi strategici a cui il Molise, più di altri, dovrebbe tendere:

1. Preservare il potenziale di produzione alimentare dell’UE secondo criteri di sostenibilità, al fine di garantire la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare a lungo termine per i cittadini europei e contribuire a soddisfare la domanda mondiale di prodotti alimentari, che secondo le stime della FAO dovrebbe subire un incremento del 70% da qui al 2050;

2. Sostenere le comunità agricole la cui gestione attiva delle risorse naturali mediante l’agricoltura costituisce uno strumento importante per preservare il paesaggio rurale, lottare contro la perdita di biodiversità, favorire l’adeguamento al cambiamento climatico e mitigarne gli effetti;

3. Preservare la vitalità delle comunità rurali in considerazione del fatto che una riduzione significativa della produzione locale avrebbe inoltre un’incidenza sulle emissioni di gas serra e sui paesaggi locali caratteristici. È interessante notare come, se da un lato il cambiamento climatico influirà negativamente sulle rese delle produzioni agricole, l’aumento della popolazione globale invece determinerà una crescita significativa della richiesta di prodotti alimentari negli scenari futuri: risulta quindi evidente quale sia l’importanza strategica della conservazione dei suoli ad uso agricolo.

Osservando i luoghi in cui sono già sorti impianti eolici/fotovoltaici e considerando che la pressione di quelli potenziali è già enorme, non è difficile immaginare quanti suoli ancora saranno consumati e con essi “feriti” e devastati i paesaggi.

Quello che va in scena, sempre più di frequente, è un’idea distorta di gestione della transizione energetica che porta alla privatizzazione e al saccheggio indiscriminato di risorse e territori. Considerare prioritaria la produzione di energia sta mettendo a rischio l’agricoltura, il turismo, l’artigianato e la cultura del Molise.

Inoltre il Molise sembra muoversi in controtendenza con quanto affermato dal Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, con l’approvazione della Legge di Bilancio 2025: “Con questa manovra guardiamo ancora una volta al futuro della nostra Nazione, investendo nelle eccellenze italiane e affrontando con pragmatismo e serietà le sfide del comparto. Lo abbiamo fatto fin dall’inizio del nostro mandato, destinando all’agricoltura e alla pesca risorse e attenzione mai viste prima. Mai nessun governo aveva dato così tanto impulso al settore primario. Per noi, l’agricoltura e la produzione sono centrali: rappresentano una fonte di ricchezza per l’Italia e uno strumento fondamentale per promuovere equità sociale. Lo facciamo con serietà, concretezza e interventi mirati, confermando la nostra azione senza sprechi anche in questa manovra di bilancio: rafforzare la competitività delle filiere italiane e il nostro modello agroalimentare, ribadire la centralità dell’agricoltore, primo bio-regolatore del pianeta, e valorizzare le eccellenze del territorio“.

Chi amministra il Molise, espressione della stessa maggioranza politica che governa il Paese, non dovrebbe mostrarsi insensibile alle linee programmatiche espresse dal Ministro, nel decidere se autorizzare o non autorizzare il fotovoltaico su terreni fertili.

Ci si chiede allora come sia possibile, che su territori fra i più fertili del Molise, dove sono possibili anche due raccolti l’anno, come nel caso dei terreni siti a Campomarino in contrada Cocciolete oggetto dell’autorizzazione della “Vigilia di Natale”, non si potenzino le infrastrutture per la difesa e lo sviluppo del settore agricolo piuttosto che permettere la costruzione di impianti per la produzione di energia che mal si sposano con il paesaggio e la cultura delle popolazioni residenti?

Non è solo una questione di modifica del paesaggio come fatto estetico, è in gioco la perdita di uno “spazio rurale” risorsa vitale per il Molise.

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