Il Sistema di archiviazione delle immagini dei filmaker esterni, per i servizi e le inchieste dei programmi delle Direzioni di Genere, non presenta alcuna garanzia per la protezione delle fonti giornalistiche.
Condividiamo l’allarme del Cdr Approfondimento e di Sigfrido Ranucci sul rischio di violazione delle prerogative di riservatezza del lavoro delle giornaliste e dei giornalisti.
In particolare sulle inchieste è evidente la necessità che immagini e interviste rimangano nella più stretta riservatezza almeno fino alla loro messa in onda.
Ci sorprende che l’Azienda voglia derubricare tutto ad una mera esigenza di archiviazione e protezione del patrimonio aziendale.
Chi dirige La Rai sa bene in cosa consista il materiale prodotto dai filmaker e comprende certamente le esigenze giornalistiche di tutela del prodotto e di chi ci lavora.
La scelta di far passare il tutto come un fatto tecnico lascia più di un dubbio su come viene gestito questo processo.
Il tema degli archivi è centrale per il futuro della Rai ma già le testate giornalistiche scontano una grave perdita di materiale filmato per la mancata attuazione da parte dell’Azienda di un processo organizzato di gestione, metadatazione e archiviazione delle immagini.
Chiediamo all’azienda un immediato confronto con Usigrai su tutta la materia, al fine di prevedere una adeguata organizzazione dei sistemi di archiviazione e le necessarie garanzie alla riservatezza del lavoro giornalistico con particolare attenzione al lavoro di inchiesta per la cui valorizzazione la Rai è impegnata anche nel contratto di Servizio.
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