Siamo sull’orlo dell’Ora Zero, e il silenzio assordante della maggioranza rende tutto ancora più inquietante. La nostra presidente del Consiglio vola negli Stati Uniti per incontrare Donald Trump e, tra una stretta di mano e un sorriso plastificato, promette di aumentare le spese militari oltre il 2% del PIL. Questo mentre scuole, sanità e servizi sociali arrancano. La domanda è semplice: a chi stiamo togliendo questi soldi, e per cosa?
Nel frattempo, in Germania si discute dell’autorizzazione all’uso dei missili Taurus per colpire obiettivi russi. Missili non semplici, che richiedono il supporto diretto della Germania per essere operativi. Mosca ha già lanciato l’avvertimento: in caso di attacco, sarà considerata una partecipazione diretta al conflitto. Tradotto: un passo verso una guerra aperta.
Il tutto si consuma senza clamore, senza dibattito pubblico, quasi di nascosto, come se la guerra fosse un affare privato tra pochi potenti. E mentre loro giocano a Risiko con la vita di milioni di persone, noi balliamo sul Titanic. L’orchestra suona, la nave affonda, e una banda di squilibrati confusi tiene saldamente il timone.
È evidente: gli interessi economici del complesso militare-industriale dominano la politica. I profitti delle lobby delle armi valgono più della vita delle persone. E l’informazione? Non solo tace, ma si piega, diventando scendiletto dei potenti, più attenta a non disturbare il manovratore che a informare i cittadini.
Serve una reazione immediata e consapevole. Serve un grande movimento per il disarmo, per riprendere il cammino interrotto nei primi anni 2000, quando gli Stati Uniti decisero di fermare il processo per convenienza economica.
Non possiamo più permettere che incompetenti affaristi governino come se fossimo pedine sacrificabili. Siamo sull’orlo del baratro, e l’ora zero è più vicina di quanto vogliamo ammettere.
Ora è il momento di dire basta. Ora è il momento di agire.
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