Ad inizio novembre dell’anno scorso il Tribunale di Vasto, accogliendo l’istanza della Procura e respingendo l’opposizione della famiglia e dell’associazione Penelope, ha archiviato le indagini sulla morte di Jois Pedone. Per i giudici il ragazzo si è suicidato e non c’è nessuna responsabilità di terzi. Qualche settimana dopo, in giorni segnati in rosso sul calendario del satanismo, la tomba del ragazzo è stata profanata.
Un anno dopo, in cui tanti interrogativi sono rimasti insoluti come abbiamo documentato anche noi in diversi articoli già pubblicati e torneremo a ribadire anche in futuro finché sarà possibile, la memoria di Jois Pedone si appresta a diventare ancora più tangibile, a lasciare un segno forte del suo ricordo e della sete di verità e giustizia della famiglia e di tutti coloro che hanno Jois nel cuore e non dimenticano. A Punta Penna sorgeranno due murales, uno dedicato alla memoria della giovanissima Martina Mancini e l’altro alla memoria di Jois Pedone su iniziativa della famiglia e dell’associazione Penelope.
Sono state pubblicate sull’albo pretorio online del Comune di Vasto le delibere con cui l’Amministrazione guidata dal sindaco Francesco Menna ha concesso il patrocinio per la realizzazione delle due opere d’arte. Proposte che mirano «a lasciare un segno duraturo e condiviso, capace di custodire la memoria» e a «trasmetterne il valore a tutta la comunità cittadina, con particolare attenzione alle giovani generazioni» si legge nella delibera approvata dalla giunta comunale. Iniziative «dall’alto valore simbolico, sociale e culturale» che non si limitano «ad un atto di memoria» ma si configurano «anche come messaggio di sensibilizzazione civica» hanno sottolineato gli amministratori vastesi.
La Giunta Comunale ha stabilito di «autorizzare gli uffici comunali competenti a fornire supporto tecnico e amministrativo per l’ottenimento delle ulteriori autorizzazioni necessarie, comprese quelle di competenza dell’Autorità Portuale di Ancona» e di «demandare al Settore Servizi Sociali e al Settore Patrimonio gli adempimenti connessi alla realizzazione del murales». I valori e i messaggi sociali e civili dei due murales verranno quindi supportati e valorizzati dall’impegno dell’assessorato alle politiche sociali, guidate dall’assessora Anna Bosco.
Martina Mancini, 15 anni, è stata una delle vittime, la sera del 2 marzo dell’anno scorso, del terribile incidente stradale che avvenne sulla Statale 16 Adriatica all’altezza di località Casarza a Vasto Marina. L’impatto violento tra una Jeep Renegade ed una Bmw Coupé ebbe un tragico epilogo. Tre persone persero la vita: Paolo Marchesani, 51 anni, che si trovava alla guida della Jeep, Dante Carpi, ristoratore vastese di 58 anni, che si trovava alla guida della Bmw, e Martina Mancini. «Sarai a ricordarci che l’unica felicità è donarsi all’ altro e che non importa quanto è lunga la vita ma quanto è profonda e carica di significato» ha detto Nino Fuiano, dirigente dell’Istituto Mattei in occasione della piantumazione di un albero di ulivo e di una targa con la scritta «Dolce e altruista, continui a illuminarci con le tue ali bianche in eterno» in ricordo della ragaza.
Jois Pedone, 19 anni, è scomparso la notte tra il 20 e il 21 agosto 2022 e fu ritrovato senza vita nella tarda mattinata del 22 agosto sulla spiaggia di Punta Penna. Alla caviglia del ragazzo era legato un peso di 40 chili, un borsone pieno di sabbia. L’autopsia ha indicato l’annegamento come causa della morte. «L’amore che Jois ci lascia è più forte della sua morte – disse commosso durante il funerale il parroco della Chiesa di San Paolo don Gianni Sciorra – Dio solo sa cosa c’era e c’è nel cuore di Jois ed è pronto ad accoglierlo tra le sue braccia».
«“Jois Pedone non si è tolto la vita”: Senza risposta i dubbi dei familiari dello studente scomparso la sera del 20 agosto di tre anni fa e trovato senza vita in mare a Vasto, con un borsone pieno di sabbia legato a un piede. Hanno un significato gli strani tagli sul collo? Chi c’era nell’auto scura su cui salì prima di prendere il taxi?» riporta la didascalia del video pubblicato sulla pagina facebook di “Chi l’ha visto?” in occasione del terzo anniversario della morte del ragazzo. In quasi un minuto di video vengono riproposte alcune dichiarazioni della nonna del ragazzo e l’inviato della trasmissione televisiva Rai Fabrizio Franceschelli ricorda il forte legame tra la nonna e Jois Pedone e che il ragazzo si era preparato per tornare a Parma, dove studiava e avrebbe dovuto sostenere un esame al rientro, e aveva già, anche, prenotato una vacanza a Barcellona che sarebbe iniziata il 10 settembre.
Nei nostri precedenti articoli abbiamo proposto alcuni interrogativi sulle ultime ore di vita di Jois Pedone e sui “figli della luna”, il gruppo esoterico e vicino al mondo satanista a cui si era iscritto. Un gruppo cancellato poco tempo dopo la morte di Jois, perché? E cosa è stato di quel gruppo? Si è ricostituito diversamente? Sono rimasti legati e in contatto i suoi membri? Quanti erano? Quanti abitanti di Vasto e quanti, eventualmente, di altri territori?
Quanti sono a Vasto gli interessati e i frequentatori del satanismo e delle sette sataniche?
Chi erano i tre uomini sulla cui auto nera salì Jois quella sera? Dove si recarono?
E chi erano i tre uomini visti dal tassista all’ingresso di Punta Penna?
Cosa c’era (o c’è, se esistono ancora ma non sono rintracciabili) nei sette gruppi telegram a cui Jois Pedone era iscritto?
Perché la tomba è stata profanata? Da chi? E perché nei giorni in cui i satanisti venerano la “Dea Regina dell’inferno e di questo mondo” e ad un mese dal “Natale satanico”? «Vista l’enfasi con cui i vari culti Satanisti la rivendicano e l’importanza che le danno, in questa data, e nei giorni subito precedenti, sono probabili azioni dimostrative, messe nere, ed altre attività correlate come furto di simboli sacri dalle chiese o vilipendio degli stessi, a fine rituale o preparativo per una messa nera da effettuare questa notte – sottolineò sei anni fa il criminologo F. Delicato, direttore di Criminiseriali – nella notte più lunga dell’anno, nell’oscurità prolungata, il culto Satanico mette le radici, ed eventuali comportamenti devianti correlati sono possibili, e finanche probabili».
La tomba di Jois Pedone è stata profanata nei giorni in cui i satanisti venerano la «Regina dell’Inferno» abbiamo riportato la settimana scorsa. Nella notte tra il 22 e il 23 novembre, i giorni della profanazione della tomba del ragazzo, c’è stato un cambio di fase lunare. Ma non solo. La notte precedente nel calendario satanista c’è una festa “lunare per eccellenza” in cui viene celebrata Lilith, la «Dea Regina dell’Inferno e di questo Mondo».
È la «luna dei Tarocchi, dea dell’Oscurità che invita nel suo Mondo». Settantadue ore dopo il «Giorno della Grande Madre», la «Dea Regina dell’Inferno», Lilith appunto, il calendario satanista riporta la venerazione del demone Crocell che i satanisti associano all’acqua che addirittura lui potrebbe riscaldare. Duca del Jinnestan, un grande settore principale dell’inferno, Crocell governerebbe ben 48 legioni di demoni.
Il campanello di casa suonato alle 4 del mattino, la nonna riferisce di aver visto un uomo e che è stato lasciato un segno tipo un drago, telefonate minatorie già nelle settimane successive alla morte di Jois in cui si imitava il verso della civetta, una civetta morta con un filo di erba al collo trovata sulla tomba di una familiare nelle ore in cui Jois era all’obitorio. Sono i tentativi di intimidazioni, gesti che riconducono a modus operandi mafiosi, tentati contro la famiglia. Da chi? A chi dà fastidio la memoria di Jois Pedone? Chi ha cercato di intimidire la ricerca della verità?
Jois Pedone, la tomba profanata nei giorni in cui i satanisti venerano la «Regina dell’Inferno»
La regione delle morti archiviate come suicidi ma che lasciano tanti interrogativi
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«La runa della Z è una simbologia utilizzata nell’esoterismo nord europeo»
Jois Pedone, tre mesi fa l’archiviazione del tribunale e la profanazione della tomba
Un’altra vita spezzata, ancora “misteri” su chat e messaggi su Telegram




