È morto ieri a Roma all’età di 87 anni, Nino Marazzita, figura centrale del foro italiano, avvocato di battaglie civili e processi mediatici, difensore di cause complesse, spesso scomode. Nato a Palmi il 2 aprile 1938, laureato in Giurisprudenza a Firenze, Marazzita ha attraversato più di mezzo secolo di storia giudiziaria del nostro Paese, lasciando un’impronta decisa e riconoscibile.
Tra i casi che hanno segnato la sua carriera, spicca il suo ruolo di avvocato di parte civile nel processo per l’omicidio di Pier Paolo Pasolini, il massacro avvenuto nella notte tra il 1° e il 2 novembre 1975 all’idroscalo di Ostia. Marazzita si batté per fare emergere la verità su un delitto che, al di là della condanna del giovane Pino Pelosi, ha lasciato dietro di sé un alone di misteri, omissioni e piste mai del tutto esplorate. In quel contesto, Marazzita rappresentò la voce di chi non si rassegnava alla versione più comoda: la rissa, il delitto casuale, l’isolamento dell’intellettuale.
Il suo impegno nel caso Pasolini fu un atto di giustizia ma anche di memoria, in nome di uno dei più grandi intellettuali italiani del Novecento, brutalmente assassinato in circostanze mai pienamente chiarite. Marazzita, con rigore e passione civile, denunciò le lacune investigative, sollevando dubbi che hanno alimentato per decenni nuove piste e interrogativi.
Oltre al processo Pasolini, Marazzita ha legato il suo nome a innumerevoli altri casi noti: dal massacro del Circeo alla difesa di Eleonora Moro nel processo sull’omicidio del marito Aldo, fino ai ruoli nel processo a Donato Bilancia e nella vicenda di Pietro Pacciani, il “mostro di Firenze”, in cui fu parte della squadra difensiva in appello.
Non solo toga e tribunali. Marazzita fu anche divulgatore, volto televisivo e voce della legalità per il grande pubblico. Conduzioni su Rai 2, collaborazioni con Emanuela Falcetti, e la lunga esperienza a Forum lo resero un riferimento anche per chi cercava risposte semplici su questioni complesse.
Con la sua scomparsa, il mondo del diritto perde un protagonista, un uomo che ha sempre cercato – tra le pieghe della legge e della cronaca – quella difficile, ostinata cosa che chiamiamo verità.