Una normale giornata di lavoro alla Taverna Santa Chiara, storico locale del centro partenopeo, si è trasformata in un caso di rilevanza nazionale. Nives Monda, titolare del ristorante, è “finita nella bufera” (degli stolti) dopo aver invitato a lasciare il locale una coppia di clienti israeliani, per un acceso scambio di opinioni sulla situazione in Medio Oriente, in particolare sul conflitto in corso a Gaza.
“Mi sono limitata a dire che oggi i crimini internazionali sono acclarati, che vi è un genocidio in atto,” ha raccontato Monda, aggiungendo di aver parlato con rispetto ma con fermezza.
La discussione ha rapidamente preso una piega imprevista. La cliente israeliana avrebbe ripreso un video della scena senza il consenso della ristoratrice, diffondendolo in rete con accuse di antisemitismo, razzismo e supporto al terrorismo.
“Ho detto che il sionismo è una politica di apartheid e che i sionisti non sono i benvenuti. Ma non ho mai detto nulla contro israeliani o ebrei. La signora ha pranzato tranquillamente, l’ho invitata ad uscire solo perché stava gridando, come si vede anche nel video in cui uso la parola please”.
La Taverna Santa Chiara aderisce alla campagna “Spazi liberi dall’apartheid israeliano”, attiva in tutta Europa dal 2017. Un’adesione dichiarata, che Monda rivendica con orgoglio:
“Questo locale è attraversato da persone che condannano crimini internazionali. Non ci sono stati insulti né discriminazioni, ma una chiara posizione politica”.
Il caso, rilanciato sui social e in diversi gruppi legati al dibattito su Israele e Palestina, ha acceso le reazioni.
Negli ultimi giorni la vicenda ha suscitato un’ondata di solidarietà nella città partenopea. Il presidio, organizzato dalla Rete Napoli per la Palestina, ha visto la partecipazione di mille manifestanti. Bandiere palestinesi e striscioni con messaggi di condanna verso l’amministrazione comunale, accusata di aver espresso solidarietà ai turisti israeliani. Monda ha ricevuto numerose minacce e insulti online. La ristoratrice ha ribadito la sua posizione, sottolineando di non aver mai espresso sentimenti antisemiti, ma di aver criticato il sionismo come ideologia politica.





