Sigmund Freud, il medico e neurologo, una delle figure più rivoluzionarie nella storia del pensiero occidentale. Il suo nome è inscindibilmente legato a una parola: psicoanalisi. Freud non ha solo fondato una nuova disciplina. Ha scardinato la nostra idea di identità. Prima di lui, l’essere umano era ritenuto un soggetto razionale, guidato dalla logica e dalla volontà consapevole. Dopo di lui, dobbiamo fare i conti con l’inconscio, un magma profondo di pulsioni, desideri repressi e traumi rimossi.
Nel cuore del pensiero freudiano c’è l’inconscio, cioè quella parte della mente che agisce nell’ombra, che influenza emozioni, comportamenti e pensieri senza che ne siamo consapevoli. Con Freud, concetti come rimozione, trasferimento, resistenza e interpretazione dei sogni diventano strumenti per scavare dentro l’anima umana.
Nel 1899, Freud pubblica L’interpretazione dei sogni, un’opera che segna una svolta epocale. Secondo lui, il sogno non è un banale pasticcio mentale notturno, ma una finestra privilegiata sull’inconscio. Ogni sogno ha un contenuto manifesto (quello che ricordiamo al risveglio) e un contenuto latente, cioè il vero significato simbolico, spesso legato a desideri infantili o proibiti.
Altro nodo centrale della teoria freudiana è la sessualità. Freud fu il primo a sostenere che essa non emerge solo nell’età adulta, ma attraversa l’intero sviluppo dell’individuo, fin dall’infanzia. In questo contesto nasce il celebre e controverso complesso di Edipo, secondo cui ogni bambino attraversa una fase in cui desidera inconsciamente il genitore del sesso opposto e percepisce l’altro come rivale.
Queste teorie, allora scandalose, oggi sono considerate pietre miliari nel pensiero psicodinamico e nella comprensione della psiche umana.
Freud è stato criticato, ridimensionato, reinterpretato. Eppure, la sua eredità resta potentissima. Le sue intuizioni hanno influenzato non solo la psicologia moderna, ma anche la filosofia, la critica letteraria, l’arte, il cinema e la pubblicità.
In un mondo che spesso pretende risposte semplici e rapide, Freud ci ricorda che siamo esseri complessi, profondamente segnati da ciò che non vediamo, non ricordiamo o non vogliamo ammettere.