Durante il corteo del 23 maggio a Palermo, organizzato da studenti e studentesse, era presente il già procuratore e attuale senatore del movimento 5 stelle Roberto Scarpinato.
“Nel frattempo sono stati acquisiti nuovi documenti che in quella richiesta di archiviazione non erano stati presi in considerazione. Sono indagini difficili che, naturalmente, possono portare a risultati se c’è un coordinamento delle attività d’indagine tra la procura di Firenze, la procura Caltanissetta, la procura nazionale antimafia ma che trovano fortissime resistenze culturali e anche una resistenza dell’attuale maggioranza politica che non vuole assolutamente che certi tasti siano toccati e quindi abbiamo esponenti politici come Gasparri che bacchetta pubblicamente chiunque osi fare indagini in quelle direzioni e stabilisce lui quali sono le indagini da fare e quelle che non si debbono fare. Un’anticipazione dei tempi che ci aspettano appena faranno questa riforma della magistratura che separerà le carriere e sottoporrà il magistrato requirente al potere politico.”
Sono queste le parole del senatore in merito all’archiviazione dell’anno scorso della pista nera sulla strage di capaci.
Sull’iniziativa istituzionale, svolta la mattina del 23 a Palazzo Jung e organizzata dalla Fondazione Falcone, è mancata la parola verità:
“Mi sembra assolutamente coerente. Io credo che il sistema di potere di questo Paese non si può consentire la verità. Tutto quello che riguarda la storia delle stragi, dalla strage di Portella della Ginestra, le stragi di Bologna, di Piazza Fontana è qualcosa che chiama in causa mandanti, complici eccellenti, depistatori che hanno fatto parte del sistema di potere italiano. E quindi questa verità è troppo scottante. Ci dobbiamo bere la storia che tutto questo è solo opera di brutti, sporchi e cattivi come Riina, Provenzano o qualche estremista di destra.”
foto copertina di Antonino Schilirò
23 maggio 2025
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