Giovedì 22 maggio, alla libreria Tantestorie di Palermo vicino all’Albero Falcone, è stato presentato il libro del già magistrato, europarlamentare e Sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.
Hanno preso parte il libraio e proprietario della libreria, Giuseppe Castronovo, e il giornalista Roberto Greco.
“Non c’è dubbio che che già all’inizio di tanti anni fa, lo Stato unitario e poi con l’inizio della Repubblica, e prima ancora della Repubblica con lo sbarco degli americani ci sono state delle scelte con chi allearsi. Quando gli americani arrivarono in Sicilia per cacciare i nazifascisti, comunque andarono a interloquire con poteri massonici, cosa nostra e notabilato politico che controllava il territorio, e poi lo si vede plasticamente con Portella della Ginestra”
Inizia così il suo intervento Luigi de Magistris alla risposta del giornalista Roberto Greco, parlando di contiguità dei poteri occulti fin da prima che si formasse la Repubblica in Italia
“Le mafie non hanno bisogno del denaro pubblico per arricchirsi, perché le principali fonti di arricchimento sono soprattutto il traffico di droga, gioco e scommesse e le attività tradizionali. Ma il denaro pubblico è fondamentale perché soprattutto nel sud Italia, dove l’iniziativa economica privata è più debole rispetto al centro nord, attraverso il denaro pubblico si entra in quel contatto permanente con quei centri di poteri pubblici e, oltre a gestire il denaro pubblico, poi fanno i piani urbanistici, i contratti di sviluppo le pianificazioni ambientali e quant’altro.”
In questa seconda parte di intervento si è parlato del lavoro svolto da magistrato di de Magistris e del potere economico delle mafie, portando esempi pratici e numeri reali di come le mafie riescono a depredare miliardi ai cittadini di ogni regione paragonabili, addirittura, ad una “manovra finanziaria”.
“Io ritengo che noi siamo una democrazia formale ed apparente, ma non siamo una democrazia sostanziale. Sia perché la Costituzione repubblicana, sulla quale ho giurato tre volte, se la leggiamo rapidamente, nei primi 50 articoli, non dico tutta, l’80% non è stata attuata. Ma poi un altro tema, che è quello che analizzo soprattutto nel libro, un paese che per mancanza di volontà, coraggio ma soprattutto per ostacoli che sono stati frapposti a chi ci ha provato, non conosce verità e giustizia su fatti che hanno profondamente cambiato la vita della nostra Repubblica, come Piazza Fontana, Italicus, Peteano, Piazza della Loggia, strage di Gioia Tauro e un numero immenso di stragi, assassini e omicidi in cui ci sta una matrice nera, il più delle volte, e apparati dello Stato non deviati.”
In questa parte è stato fatto un piccolo approfondimento sulle stragi che hanno segnato la Repubblica, con il coinvolgimento di eversione nera, mafia, servizi segreti, massoneria e altri apparati.
“Il giornalista Mino Pecorelli, ammazzato nel 1979. Viene ucciso tra Moro, P2 e strage di Bologna. Lui viene ucciso la sera nel quartiere Prati da un signore con un impermeabile beige, una pistola con il silenziatore che non si saprà mai chi è. Lui la mattina, e questo è agli atti del procedimento che adesso è in corso per la riapertura delle indagini, lui si reca da Papa Luciani. A Papa Luciani consegna l’elenco dei preti massoni. Papa Luciani la notte muore ufficialmente per morte naturale, per arresto cardiocircolatorio. Lui la mattina fa uscire un numero della sua rivista, OP, nella quale dice che il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa avrebbe riferito al Ministro dell’Interno Cossiga, poi diventato Presidente della Repubblica e vicino alla P2, dove si trovava Moro. Ma, dice Pecorelli, Cossiga nulla poteva perché doveva avere l’autorizzazione dei santi in paradiso che sarebbe la Loggia P2.”
“Quali sono i punti centrali del Piano Rinascita e Democratica della P2? Assetto verticistico dello Stato, Repubblica presidenziale o premierato forte, eliminazione della centralità del Parlamento che deve diventare luogo di ratifica delle decisioni prese in altri luoghi, riduzione dei parlamentari, controllo dei mezzi di comunicazione di massa pubblici e privati, separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici e sotto-posizione del pm al potere esecutivo, stato di eccezione che diventa permanente, neutralizzazione dei sindacati più conflittuali e criminalizzazione del dissenso.”
E si è scesi nel dettaglio di come il potere costituito, e non solo le destre, hanno voglia di neutralizzare almeno i due principali baluardi dello stato del diritto nel controllo del potere, che sono l’informazione e la magistratura, in particolare il pubblico ministero.
“Oggi credo che, soprattutto nel fatto della questione morale, corruzione e mafia, non ci siano le masse è anche un effetto collaterale di quanto detto. Cioè la mimetizzazione del sistema criminale sempre di più dentro il cuore dell’economia, della politica e delle istituzioni, ha fatto si che è diventato più liquido, più invisibile. Il fatto che non si spari è un elemento che fa pensare a molta gente che ci sia un livello più basso di corruzione e di mafie. Il fatto che oggi le corruzioni passano anche attraverso le mazzette, ma le corruzioni sono oggi molto più raffinate.”
Dell’attuale situazione di mafie e politica, passando attraverso la corruzione e la mimetizzazione delle mafie, ha caratterizzato l’ultimo intervento.
In chiusura ha affermato:
“La storia dell’umanità è costellata dal fatto che chi sceglie la giustizia deve superare ostacoli talmente importanti. Credo che valga la pena che finché si ha voglia bisogna continuare a lottare.”
foto copertina di Antonino Schilirò
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