Un testimone di dolore e verità
Undicesima puntata del format “30 Minuti con…”, ideato e condotto dal giornalista Paolo De Chiara per WordNews.it, che questa volta ha dato spazio a una delle voci più dolorose e autentiche della memoria civile italiana: Luciano Traina, fratello di Claudio Traina, agente di scorta ucciso il 19 luglio 1992 nella strage di via D’Amelio, insieme al giudice Paolo Borsellino e ad altri servitori dello Stato (Agostino Catalano, Emanuela Loi – prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio -, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina).
Un racconto intenso, lucido, durissimo.
Quello di un uomo dello Stato che, dopo aver servito per anni nella Squadra Mobile di Palermo, si è ritrovato a fare i conti con l’altra faccia della legalità: l’indifferenza delle istituzioni, i depistaggi, la verità negata, i processi farsa, il falso pentito Vincenzo Scarantino, e le ombre di Arnaldo La Barbera.
A fianco del nostro direttore Paolo De Chiara, come sempre, il nostro prezioso collaboratore Antonino Schilirò, che ha affiancato Luciano Traina in un confronto coraggioso, scomodo e necessario su pentitismo, verità giudiziarie costruite a tavolino, mafie di ieri e di oggi, criminalità istituzionale e strategie di silenzio.
“Mio fratello non ha avuto giustizia. E nemmeno verità”.
Luciano Traina ha condiviso un ricordo struggente dell’ultima giornata passata con il fratello Claudio: una mattina di pesca, pochi sorrisi rubati al dovere, prima che lo Stato lo mandasse incontro a un destino segnato. Poi il racconto della strage, quel 19 luglio 1992, vissuto in prima persona, tra macerie, corpi dilaniati, odore di morte e silenzi assordanti.
“Riporta la famiglia a casa, mi disse Claudio quella mattina. Quella frase mi è rimasta dentro per sempre.”
“Brusca è fuori. E noi siamo ancora condannati all’ergastolo del dolore.”
Luciano ha ripercorso anche la cattura di Giovanni Brusca, a cui partecipò in prima linea, e ha denunciato la contraddizione di un sistema che oggi permette a chi ha sciolto bambini nell’acido di essere un uomo libero, mentre i familiari delle vittime non hanno ancora giustizia. Una riflessione amara anche sulla legge sui pentiti, nata da Giovanni Falcone, ma oggi trasformata in strumento di manipolazione e di impunità.
Contro l’oblio. Contro l’omertà
Come WordNews.it e come Associazione Dioghenes APS, ribadiamo il nostro impegno: dare voce a chi resiste, a chi denuncia, a chi non si arrende. In un paese che dimentica, noi vogliamo ricordare, raccontare e denunciare.
L’11ª puntata è disponibile integralmente, sulle pagine ufficiali di WordNews.it.
Perché i social non devono appartenere ai criminali, ma a chi combatte con la voce, con le parole, con la verità.
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