È una nota durissima quella diffusa dal Partito Comunista dei Lavoratori – Molise, firmata da Tiziano Di Clemente, che smonta senza mezzi termini la recente visita del deputato Giovanni Donzelli nella regione. Un intervento – si legge nella nota – che non ha portato soluzioni, ma solo propaganda reazionaria, fumo negli occhi, e le solite “favolette d’apparato” targate governo Meloni.
La presa di posizione del PCL denuncia i reali effetti delle politiche dell’attuale esecutivo sulle classi popolari molisane, tra sfruttamento, repressione del dissenso, e smantellamento dei diritti sociali, a partire da sanità e lavoro. Nel mirino anche l’abolizione del reato di abuso d’ufficio e l’uso strumentale del “Decreto Sicurezza”, definito una minaccia diretta alla democrazia.
«Anche il Molise è finito nel mirino della propaganda governativa targata Donzelli, emblema di quella destra postfascista che ha fatto della mistificazione mediatica la sua unica arte. La sua recente visita nella regione si è rivelata per ciò che è: un tour di menzogne, slogan populisti e retorica reazionaria, nel tentativo di nascondere sotto il tappeto i drammi reali che affliggono i cittadini.
Donzelli ha sventolato le solite favolette securitarie, mescolando razzismo e paure indotte, sbandierando successi economici inesistenti e parlando di occupazione come se bastasse un contratto di un giorno per cambiare le sorti del Sud».
Per il PCL Molise «la realtà, nel Molise come in tutta Italia, racconta ben altro. Le classi popolari continuano a pagare il prezzo delle politiche del governo Meloni, un esecutivo che toglie ai poveri per arricchire i soliti noti. La sanità pubblica viene smantellata, specie nel Mezzogiorno, per favorire la privatizzazione selvaggia e i profitti del Nord. Le tasse sui ricchi calano, quelle sui lavoratori aumentano.
Il tutto mentre il governo tace sul genocidio in corso a Gaza, schierandosi con lo Stato sionista di Israele, in spregio al diritto internazionale e alla solidarietà umana».
Lo chiamano “Decreto Sicurezza” – si legge nella nota – ma è solo un nuovo passo verso uno Stato di polizia. Anche nel Molise si moltiplicano gli episodi di repressione delle proteste, specie contro chi difende i diritti degli studenti, dei lavoratori, dell’ambiente. Abolire il reato di abuso d’ufficio non è una riforma, ma un via libera per corrotti, mafiosi e amici dei potenti.
«Chi paga? Sempre gli stessi: i cittadini onesti, i più fragili, chi lotta per un futuro diverso. In vista del voto a Campobasso, Donzelli prova a vendere l’illusione che cambiare amministrazione significhi risolvere i problemi. Ma sappiamo bene che, dove le destre hanno governato, hanno lasciato solo macerie. Basta guardare a Isernia, simbolo di una gestione fallimentare del potere. Chi oggi sventola il simbolo dei reduci di Salò non rappresenta affatto la volontà popolare. Il governo Meloni è sostenuto da appena il 27% del corpo elettorale, ed è stato eletto grazie a una legge maggioritaria truffaldina, voluta anche da quel centrosinistra che ha spianato la strada alle destre. Nel Molise, con meno di un terzo dei voti, il centrodestra si è preso il 100% dei parlamentari. Un’anomalia democratica che grida vendetta».
Il Partito Comunista dei Lavoratori – Molise non ha dubbi: il teatrino di Donzelli e del suo governo va smontato pezzo per pezzo, denunciato in ogni angolo, respinto con forza dalla popolazione molisana.
Contro la menzogna, la verità. Contro il privilegio, la giustizia sociale.
Contro il postfascismo, la lotta di classe.





