Il Partito Comunista dei Lavoratori del Molise (PCL Molise) interviene con toni netti dopo il messaggio dell’accademica Rula Jebreal, che dall’aula magna dell’Università degli Studi del Molise ha lanciato un forte monito sulla questione palestinese. Il cosiddetto piano di pace presentato da Donald Trump e Benjamin Netanyahu, secondo la giornalista e scrittrice palestinese, rappresenta una trappola politica che non mira alla pace ma alla sottomissione definitiva del popolo palestinese, già martoriato da oltre settant’anni di occupazione, bombardamenti e violenze sistematiche.
“Il piano Trump non è di pace – afferma la Jebreal – ma un accordo di resa che consacra il genocidio come strumento politico e militare.”
Un messaggio che, secondo il PCL Molise, dovrebbe scuotere anche le coscienze dei sindaci e dei presidenti di provincia che hanno preso parte alla recente manifestazione di Termoli, dove si è parlato di pace senza mettere in discussione le responsabilità di chi il genocidio lo sta compiendo o sostenendo.
Il piano Trump: una “pace cimiteriale”
Nel comunicato diffuso l’11 ottobre 2025, il PCL Molise parla senza mezzi termini di “pace cimiteriale”, definendo il progetto Trump-Netanyahu un’operazione di facciata per consolidare il potere israeliano e annientare ogni residuo di resistenza palestinese.
“Si tratta – scrive il partito – di un patto tra criminali spacciato per diplomazia. Non un tentativo di dialogo, ma una manovra per garantire la spartizione economica e territoriale dell’area, a partire dagli appetiti immobiliari su Gaza.”
Il partito evidenzia inoltre come gli Stati Uniti, insieme agli alleati europei e al governo italiano, siano “complici e corresponsabili del genocidio”, fornendo armi, finanziamenti e copertura politica allo Stato israeliano.
“È paradossale – prosegue la nota – che gli stessi governi che hanno armato l’occupante si presentino oggi come promotori di pace. Fermano la macchina infernale che loro stessi hanno costruito, e si autoproclamano salvatori.”
Il diritto al ritorno e l’autodeterminazione negata
Tra i punti centrali del comunicato del PCL Molise, emerge la denuncia del negato diritto al ritorno dei profughi palestinesi, espulsi con la nascita dello Stato di Israele e ancora oggi privati della propria terra e della propria identità nazionale.
“La questione palestinese non può ridursi a una tregua o a un cessate il fuoco. La vera pace passa dal riconoscimento del diritto dei palestinesi a tornare nelle proprie case, a vivere liberi, ad autodeterminarsi come popolo.”
Il piano Trump, in questa prospettiva, viene descritto come una resa tombale, che non garantisce alcun diritto reale, ma consolida il dominio coloniale e razzista.
“La Palestina non può esistere come riserva sotto controllo militare israeliano – scrive ancora il PCL –. Il futuro deve essere quello di uno Stato unico, laico, libero e socialista, dove palestinesi ed ebrei possano convivere nell’uguaglianza e nella giustizia.”
Un appello alla coscienza civile del Molise
Infine, il PCL Molise lancia un appello alle istituzioni e alla cittadinanza molisana:
“Riflettano i sindaci e i presidenti che hanno sfilato parlando di pace: la pace non si costruisce con chi bombarda. La pace si costruisce con la giustizia, la memoria e la verità.”
Il partito invita a non farsi ingannare dalla propaganda e a sostenere le mobilitazioni popolari internazionali che, in tutto il mondo, chiedono la fine del genocidio e la liberazione della Palestina.
“Settant’anni di oppressione coloniale e di massacri non potranno cancellare la Resistenza palestinese – conclude la nota –. Essa continuerà a vivere nel cuore dei popoli che lottano per un mondo libero da guerre, imperialismi e sfruttamento.”
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