A Isernia si risveglia ancora una volta una scena che ferisce l’anima della città: in Vico Pentri e Vico Iannotta, vicoli carichi di storia e bellezza, da diversi giorni permangono elettrodomestici fuori uso (cucine, lavatrici, elementi metallici) abbandonati accanto ai portoni. Non si tratta di una semplice negligenza: è l’immagine plastica di un sistema che non funziona, che si arrende al degrado.
Come già denunciato nel pezzo intitolato «Isernia, la raccolta differenziata che si fa… dove capita» (21 Ottobre 2025), la modalità della raccolta differenziata nel centro storico viene descritta come “diffusa, anarchica, autogestita”. Non è solo un problema tecnico: “Non si tratta di casi isolati… i cittadini decidono autonomamente dove conferire i rifiuti, trasformando angoli della città in mini discariche improvvisate.”
Nel successivo articolo «Isernia, città sporca e coscienze spente: colpa di tutti» (23 Ottobre 2025) è stata denunciata la “resa collettiva”: sacchi abbandonati, un’azienda pagata che “non garantisce pienamente il servizio, non controlla, non interviene tempestivamente.”
Ora, con l’abbandono degli elettrodomestici, si apre un nuovo capitolo, più grave sotto il profilo del decoro urbano, più pesante sul piano economico, ambientale e civico.
Il doppio fallimento: istituzioni assenti e cittadini irresponsabili
Da una parte, il gestore privato, incaricato mediante contratto dal Comune di Isernia di garantire la raccolta dei rifiuti e degli ingombranti, non interviene con la rapidità dovuta. Le immagini parlano chiaro: rifiuti lasciati giorni interi, visibili al passaggio dei residenti, dei turisti, dei cittadini.
Dall’altra parte, i cittadini, che abbandonano elettrodomestici, materiali di scarto e rifiuti ingombranti nei vicoli anziché utilizzare i canali predisposti, prenotazione del ritiro, punto di raccolta o isola ecologica.
È il risultato di un patto civico infranto: la città paga, il servizio è già contrattualizzato, ma il risultato è inaccettabile.
Le strade della vergogna
Vico Pentri e Vico Iannotta incarnano questa ferita invisibile. Le immagini mostrano luci gialle, pietra bagnata, oggetti metallici e plastici depositati in attesa. La raffigurazione di una città che ha smesso di rispettarsi.
Non basta citare il decoro: è in gioco l’identità stessa del centro storico, il suo valore turistico, la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, la qualità della vita.

Bisogna invertire la marcia. Non più solo parole ma azioni concrete. Il Comune di Isernia deve richiamare il gestore privato al rispetto rigoroso del contratto, con penali chiare e applicazione trasparente in caso di inadempienza. Deve attivarsi una campagna di controllo intensiva, con telecamere, vigilanza e sanzioni immediate per abbandono degli ingombranti.
Ma a proposito, che fine hanno fatto le telecamere?
I cittadini devono assumere che non è più accettabile che il marciapiede sia il deposito di rifiuti. La raccolta differenziata non è un optional, è rispetto per la comunità. Si deve reintrodurre una istruzione civica ambientale efficace.
Isernia non può più permettersi di convivere con l’immondizia. Ripulire le strade significa molto più che eliminare un rifiuto: significa ripartire da un’idea di città che rispetta sé stessa e riconosce il valore del bene comune.







