Un giorno Dante Alighieri, andando per una via di Firenze, udì un fabbro declamare alcuni versi, storpiandoli, della Divina Commedia. Adirato, entrò nella bottega dell'artigiano e cominciò a scombinare ogni cosa. Alle rimostranze egli replicò che faceva al fabbro ciò che lo stesso aveva fatto con i suoi versi. Anche le matite rosse e blu di maestri e professori segnavano i nostri compiti per farci notare gli errori più o meno gravi commessi.
È fondamentale non inquinare la ligia, nell’espressione scritta o parlata, con errori o peggio con barbarismi e forestierismi; questi due ultimi, assolutamente inutili e molto irritanti, frutto di puro snobismo e di mancanza di rispetto, sino da segnare pure con tratto di matita rigorosamente blu intenso. Scrivere e leggere correttamente, in qualsiasi lingua, deve essere un assoluto rigore, che poi significa rispetto per la lingua e i relativi dialetti, parlate e vernacoli, per chi legge e soprattutto per se stessi.
È fondamentale scrivere sempre in modo chiaro e regolare perché chi scrive presenta se stesso ed inoltre istruisce la persona che legge. Scrivere in maniera non corretta, con errori anche marchiani, denota non conoscenza della lingua da parte di chi esterna di suo o di chi riporta brani altrui. Mai riportare scritto di altri con errori, a meno che non si facciano notare gli stessi, pur rispettando il testo nella sua interezza. In qualunque lingua, dialetto, parlata o vernacolo, è doveroso osservare l’ortografia, la regolare pronuncia e la punteggiatura.
Nello scrivere è fondamentale l’ortografia ossia l’impiego corretto dei segni come lettere e combinazioni di lettere e anche l’interpunzione e i segni propri della scrittura della lingua Non può esistere un componimento, poesia o prosa, senza l’apposita punteggiatura nel susseguirsi delle frasi o dei versi. Inoltre sono importanti, nello scrivere in qualsiasi lingua e/o dialetto, parlata, vernacolo, le elisioni ovvero i segni che indicano l’eliminazione di una vocale, di una consonante, di una sillaba. In ogni caso chi scrive deve sempre consultare i vocabolari e le grammatiche della lingua con cui si esprime per iscritto o vrbalmnte.
Nei concorsi letterari, una poesia o una prosa, per essere premiata, dovrebbe essere scritta correttamente nell’ortografia, nella punteggiatura, nella correlazione dei verbi e nell’armonia del contenuto. I membri di una giuria letteraria, per non essere giudicati ignoranti o incompetenti, dovrebbero non accettare gli scritti con errori o comunque invitare l’autore a correggere tali eventuali sbagli in modo da presentare ai futuri lettori una composizione scritta correttamente e degna di attenzione.
L’ortografia (dal greco ορθο ortho = corretto" e γραφος graphos = che scrive) è l’insieme delle regole che spiegano come scrivere bene secondo il sistema di scrittura di una lingua. L’apostrofo (’) è usato per indicare l’elisione e talora anche il troncamento; esso è come una lacrima, che si mette quando qualcosa se ne va via. L’accento (acuto, grave, circonflesso) è un tratto che permette la messa in rilievo di una delle sillabe che compongono la parola. La parola monosillaba si accenta: a) se può avere due significati diversi, note musicali escluse, b) quando è un verbo. Non si accenta se ha un solo significato oppure se è una nota musicale. L’elisione (taglio) va tassativamente segnata quando si cassa, ad inizio o a fine di parola, una vocale, una sillaba o una consonante.
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2020-05-17 08:56:35
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