L’intento dello scrittore, in quanto nessuno scrive per sè stesso, pur essendo una esperienza divina, ma soprattutto per far arrivare un messaggio, è inciso in questo libro che ho letto con grande passione. Una passione derivata dal mio amore per la storia, ma anche per il forte impatto emozionale che ha suscitato in me. Una ricostruzione storica che lascia pochi dubbi in quanto la documentazione è vastissima e ricchissima e spazia da fonti storiche primarie a quelle secondarie, ma attendibili e finalizzate a fagocitare tutte le informazioni possibili su un tema come quello del colonialismo e dell’imperialismo che investe la nostra storia intrecciandosi con quella dei popoli colonizzati e con le nuove migrazioni che oggi sono argomento decisivo nel panorama sociale e politico.
Macrostoria e microstoria si intrecciano in un connubio di rigorosità e curiosità, di partenze e di arrivi, di catene e di libertà, di attualità e di evanescenze storiche.
Sullo sfondo l’umanità dei personaggi che in prima persona hanno vissuto, e direi vivono oggi le nuove migrazioni. Interviste, dunque, parole, testimonianze di grande pregio umano e memorialistico. Da Annamaria Cancellieri a Raffaele Squittieri, piuttosto che Salvatore Marino e ai rimpatriati dalle colonie.
Quello che spinge nel continuare a leggere il libro forse è proprio questo intercalare di reperti prettamente storiografici e di analisi storiche e la vita, quella vera attraversata dalla bufera del regime, dalle trasformazioni economiche e sociali derivate proprio da fenomeni quali il colonialismo e l’imperialismo.
Ho trovato delle parti del libro di forte suggestione letteraria tanto che vorrei suggerire all’autore di scrivere per noi un vero e proprio romanzo. La sua è una scrittura superlativa, scandisce e disegna le immagini che sembrano uscire dal foglio per arrivare all’anima del lettore.
“Un’allodola spezza il vento con i suoi versi acuti contro i rottami sporchi, maleodoranti. Cento miglia al largo; un urlo sposta il carico, lo scafo ondeggia, la polpa va giù” oppure "E’ come un ventre molle questo Mediterraneo. Un ventre che seduce e bidona, come certe streghe che profittano della notte per affermare la loro potenza nel conquistare i giovani.
Lo stesso editore , mantovano scrive… “Un romanzo? Un reportage? Un saggio? Al lettore il compito di classificare quest’opera, che mette il dito nella piaga delle nostre ansie contemporanee. Futuro,
attualità dirompente e passato ancora in parte da riscoprire si rincorrono tra le pagine.
Quanti sanno che l’Italia aveva possedimenti anche in Cina? Una puntuale ricostruzione storica dell’avventura coloniale italiana, che si scontra con il presente delle migrazioni verso l’Europa.
L’autore non fa sconti, nemmeno a sé stesso, riguardo il destino, spesso grottesco,
che continua a far incontrare i popoli divisi e uniti dal Mediterraneo”
Pagine intere da divorare come ho fatto io in questa avventura. Ogni libro ne traccia le linee e ne delinea i contorni per arrivare alla conclusione quando si vorrebbe ancora andare. Proprio così.
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2020-08-12 16:43:36
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