Isolina Turrini, per tutti ‘Lina’, nasce ad Anzola dell’Emilia, nella provincia bolognese, e qui cresce. Termina le scuole elementari e successivamente inizia a lavorare, trovando un impiego come operaia presso la Ducati, a Borgo Panigale, un paese alle porte del capoluogo emiliano.
È in questo ambiente di lavoro che Lina Turrini matura i suoi sentimenti di avversione verso il fascismo (sentimenti che già aveva conosciuto in famiglia), prendendo parte a diverse manifestazioni e scioperi fino a venire inquadrata come staffetta all’interno della Resistenza locale.
Inserita nel ‘battaglione Tarzan’ della 7° Brigata GAP, opera principalmente nel suo paese natale, partecipando anche all’assalto dell’ammasso del grano che si tenne ad Anzola dopo l’8 settembre.
Isolina riesce a sfuggire al rastrellamento che colpisce Anzola, San Giovanni in Persiceto, Amola e le altre zone vicine il 5 dicembre ’44, ma una settimana più tardi è catturata mentre si nasconde negli spogliatoi del campo sportivo.
Duramente interrogata dalla SS a Bologna, non cede e non tradisce i suoi compagni, venendo poi rinchiusa a San Giovanni in Monte. Da qui è deportata al campo di Bolzano, ma riesce a scampare al trasferimento in Germania grazie ai bombardamenti che distruggono la linea ferroviaria del Brennero.
Liberata il 1° maggio, il 15 è finalmente a casa.
Dopo la guerra torna a lavorare e si dedica all’attività sindacale, alla passione ciclistica e alla testimonianza della sua esperienza di Resistenza e deportazione. Muore a 97 anni, a Calderara di Reno (BO), il 13 giugno 2020.
Per approfondire:
A. Graziosi, L. Graziosi, Anzola: un popolo nella Resistenza. Singolare contributo delle donne e delle famiglie contadine. Testimonianze orali, ANPI, Anzola dell’Emilia, 1989;
‘Memoriae 1943-1945’, testimonianza orale: https://www.memoriae1943-45.it/isolina-turrini/.
fonte: ANED – Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi nazisti
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2022-02-17 17:50:35
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