Come nel 1914 sembra che stiamo velocemente precipitando verso un clima di guerra generalizzato. Nessun popolo, penso, desideri la morte, la distruzione e le violenze della guerra, eppure le nostre classi dirigenti ci spingono tutti in quella direzione. Per ora si fanno guerre per procura ma queste non potranno durare per molto. Tra poco il coinvolgimento sarà sempre più diretto, altrimenti non avrebbe alcun senso il riarmo in atto.
Il mondo è impazzito e rischia di affondare come il Titanic mentre l'orchestra continua a suonare.
Al di là dei riassetti di potere tra le macroaree di influenza a livello globale, ci sono ragioni più profonde che guidano questa deriva. Il rapporto degli esseri umani continua ad essere dominato dal darwinismo sociale, dalla supremazia dei più forti, dall'accumulo di ricchezza e potere come motivo principale dell'agire.
È normale che in una simile visione di vita e con la presenza dell'atomica, l'epilogo non potrà che essere la distruzione totale quando la corda tesa si sprezzerà. La dimensione primitiva della natura umana, che sembra non essere evoluta dai tempi dell'uomo delle caverne e che è ritenuta attualmente l'unica possibile, sarà la causa della fine della nostra specie.
Due sono i problemi che non si vogliono affrontare: riuscire a mantenere l'equilibrio del sistema Terra con un diverso modo di produrre e consumare; una maggiore giustizia sociale con una più equa distribuzione delle ricchezze. Questi problemi non sono affrontabili e risolvibili se non si supera il darwinismo sociale che impregna il pensiero unico dominante.
Non esistono buoni e cattivi, giusti ed ingiusti se continuiamo ad essere impregnati da questa ideologia. In rapporto agli occhiali che indossiamo, saremo portati a dare giudizi. È possibile superare il darwinismo sociale ed andare verso un'altra visione di vita dei rapporti umani?
La ragione ci spinge al pessimismo ma a volte è possibile che avvengano, per qualche motivo misterioso, i miracoli.
Lucio Pastore
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2022-04-20 12:27:58
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