La Corte di Cassazione ha stabilito, dopo sette anni di processo, che si può scrivere (e dire) che “La Fininvest di Silvio Berlusconi ha pagato Cosa Nostra ed è stata in rapporti con la mafia”.
Perdonatemi, ma non riesco. Se dovessi ricordare quello che è stata Forza Italia sin dalla sua nascita, stenderei il contenuto di un libro.
Quando mi sono imbattuto a fare un indagine nel 2003, lo dico con certezza giudiziaria, che i club (cosi chiamarono le segreterie politiche) a Catania, raccoglievano personaggi chiacchierati e in odor di mafia. Così anche a Palermo e così in Calabria e in Campania.
Poi F.I. nel 1994 stravinse e andò al Governo.
Tutto quello che si sapeva, in qualche modo, venne messo come la "polvere sotto il tappeto". Sino a quando il suo braccio destro e fondatore del partito Marcello Dell'Utri fu accusato, processato e condannato, scontando circa 7 anni di carcere, perchè favorì, partecipando esternamente, Cosa nostra. Così come la favorì lo stesso Berlusconi, con dazioni di denaro periodici all'organizzazione criminale mafiosa.
Non considero la costante presenza mafiosa di Mangano nella villa di Arcore.
Non considero le indagini aperte a Firenze che vedrebbero il Berlusconi aver favorito le stragi: usandole come "strategia della tensione" per incutere terrore e favorire ancora di più, l'ascesa politica di F.I.
Non considero neanche le accuse e i ricatti, non tanto velati, espressi durante processi dello stragista Graviano Giuseppe a Berlusconi.
Non considero neanche quanto emerso dal recentissimo processo 'ndragheta stragista in cui dalle dichiarazioni del collaboratore Bruzzese (a cui, quando iniziò a collaborare con gli inquirenti uccisero un fratello mentre si trovava sotto protezione, verosimilmente, per indurre a tacere il collaborante) il quale afferma che ci fu un incontro in una campagna calabra tra Berlusconi, Craxi e i vertici di 'ndragheta.
Non considero neanche tutti i processi che hanno assolto Berlusconi da precise accuse.
Quello che non capisco, e che dovrebbe far preoccupare tutti, è tutto questo accentramento d'interesse giornalistico. "Il Paese è in ansia per la salute di Berlusconi". Come non capisco l'interesse di tutti i partiti politici sulla salute di Berlusconi con dirette e continui servizi televisivi.
Questo dovrebbe far accendere tra i più scettici delle "lampadine".
E se Berlusconi non sia, in realtà, il maggiore rappresentante di un "sistema" che teme che con la probabile sua dipartita, possa minare quell'integrazione con la criminalità mafiosa che, a sua volta, serve a mantenere il "sistema" criminale integrato e il potere politico.
Mario Ravidà
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IL PAESE SENZA MEMORIA e SENZA VERGOGNA. Il Caimano torna di moda. Nel Paese orribilmente sporco arrivano proposte scellerate da parte di personaggi scellerati: non vedevano l’ora di riabilitare l’ex Cavaliere di Arcore. Una rovina per questo Paese, altro che statista. Quando ci libereremo politicamente di questi personaggi? Quando potremo chiudere una parentesi trentennale vergognosa? È un Paese alla rovescia: gli onesti diventano delinquenti e i delinquenti continuano a passare per martiri.
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