«Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio dell’etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni.
Ma l’Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare come è. In cui tutto scorre per non passare davvero.
Se l’Italia avesse cura della sua storia, della sua memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di veleni antichi, di metastasi invincibili».
Questo scriveva decenni fa Pasolini negli Scritti Corsari, descriveva l’Italia dell’epoca ma è la perfetta descrizione anche dell’Italia di oggi. E lo si vede nei revisionismi continui, nella cancellazione e riscrittura del passato e nel piegare il presente a narrazioni interessate. Ricordare, fare memoria attiva, coltivare le radici del passato in un presente che costruisca futuro è fuori moda, appare quasi scandaloso. Per questo crediamo sia ancora più importante, sempre più importante, farlo.
Lo abbiamo testimoniato anche nella seconda edizione del Premio Nazionale Lea Garofalo che abbiamo iniziato con un convegno storico, raccontando il filo rosso che unisce la Resistenza al nazifascismo di decenni fa con una Resistenza contro le mafie che sia vera, autentica, reale.
E non l’esplodere interessato di antimafie parolaie e che non si comportano molto diverso da ciò che a chiacchiere e passerelle dicono di voler combattere. Ma non fanno, anzi concretamente fanno l’opposto. Al convegno storico durante il Premio Nazionale Lea Garofalo sono intervenuti il Presidente dell’Associazione Nazionale Brigata Maiella Antonio Innaurato e il Presidente dell’Anpi Provinciale Luigi Borrelli. È stata l’occasione per annunciare le celebrazioni dell’ottantesimo anniversario della fondazione della Brigata Maiella che si terranno il 5 dicembre. Questo il programma completo
La Brigata Maiella è parte integrante della storia abruzzese, nata a Casoli e tra le maggiori protagoniste della liberazione italiana dal nazifascismo. Formazione partigiana che nacque dall’incontro tra il gruppo guidato da Domenico Troilo, che inizialmente operava a Gessopalena, e quello guidato da Ettore Troilo, che aveva preso nome dalla Maiella. I due comandanti partigiani, nonostante il cognome comune, non erano parenti ma si ritrovano affratellati nella comune lotta contro il nazifascismo.
Dopo settimane di rastrellamenti e attacchi tedeschi il 1° dicembre 1943 una delegazione si recò a Sant’Eusanio dal comandante inglese chiedendo di occupare simbolicamente anche Casoli.
Dopo un’iniziale rifiuto fu accettata la proposta dell’avvocato Ettore Troilo di costituire un Corpo Volontario che fu inquadrato nell’VIII Armata Britannica. Nacque così ufficialmente la Brigata Maiella.
Dopo la quasi totale liberazione dell’Abruzzo nel giugno 1944 la Brigata Maiella continuò la lotta partigiana liberando diversi territori nelle Marche, nell’Emilia Romagna e in Veneto. Insieme con il II corpo polacco i partigiani della Brigata Maiella entrarono il 21 aprile 1945 nella Bologna liberata, una delle date fondamentali della Resistenza italiana.
La risalita dell’Italia proseguì fino ad Asiago quando, informati della sconfitta nazifascista, la Brigata Maiella si sciolse: la cerimonia ufficiale ci fu il 15 luglio 1945 a Brisighella, in provincia di Ravenna.
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2023-12-04 18:23:23
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