Il dato è statisticamente accertato: circa 5 miliardi degli esseri umani che vivono nel nostro pianeta sono in condizioni di povertà, sia assoluta che relativa.
Nell'enciclica "Caritas in veritate" Benedetto XVI afferma: "L' aumento massiccio della povertà erode la coesione sociale ed ha un impatto negativo in quell'insieme di relazioni di fiducia, di affidabilità, di rispetto delle regole, indispensabili ad ogni convivenza civile".
Ma a quanti ciò interessa?
Rinchiusi nell'angusta prigione del nostro egoismo non riusciamo a guardare oltre la porta di casa.
Nel mondo, complessivamente, vi è uno scadimento della democrazia e una visibile crisi della legalità.
Purtroppo coloro, temo pochi, che si accorgono di ciò non riescono a ipotizzare significativi progetti di cambiamento; al massimo un furore emotivo che genera solo rabbia e indignazione.
Come uscirne?
Non è certamente questa la sede per trovare le soluzioni, ma alcune indicazioni di principio possono essere formulate.
– Occorre una nuova etica pubblica fondata sui valori della sostanziale uguaglianza di tutti gli esseri umani, della libertà, della democrazia, della solidarietà.
– Occorre che le società occidentali più opulente siano disposte a modificare sensibilmente il loro tenore di vita, a subire una decurtazione del proprio reddito collettivo e individuale per una più equa distribuzione delle risorse.
– Occorre rinunciare all'idea della crescita senza fine e dell'arricchimento continuo.
– Occorre costruire una cultura della sobrietà e della parsimonia.
Utopia e libro dei sogni?
Oggi è così, ma ho la speranza che un giorno ciò si avveri. Sono questa utopia e questo sogno che desidero trasmettere ai giovani che incontro nelle scuole, affinché siano loro a realizzarli.
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2024-02-01 12:12:26
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