Per chi pensa che gli italiani non leggano più c’è una notizia bomba: esiste ancora l’amore per i libri, anche per il solo fatto di leggere e condividere il proprio pensiero tramite un semplice appuntamento settimanale. Questa realtà avviene a due passi da Roma, a Castel Gandolfo, facilmente raggiungibile dalla Città Eterna, in un’oasi di pace da cui si gode una meravigliosa vista sul lago Albano e buona parte del parco regionale dei Castelli Romani, sullo sfondo il monte Cavo con i suoi 949 mt di altezza. Sulla via Appia Nuova km. 24,350 si trova La Contea, un Pub che sta diventando un Centro Culturale in cui non solo si ascolta buona musica e si possono assaggiare diversi tipi di birra, ma vi è anche la possibilità di partecipare a un Book Party. Infatti, ogni sabato pomeriggio dalle ore 17:30 alle 19:30 i gestori Riccardo Biagioli e Giorgia Sbuelz accolgono i loro ospiti con libri di ogni genere in un ambiente amichevole in cui c’è spazio per chiunque voglia esprimersi in libertà, condividendo ciò che ha letto.
Andiamo a conoscere l’organizzatrice da più vicino.
Ciao Giorgia, oltre ad essere titolare del Pub La Contea sei anche una scrittrice. Quanti libri hai pubblicato e di cosa parlano?
Sono una scrittrice eclettica, ho pubblicato tre libri con tre case editrici diverse e ho partecipato a diverse raccolte di racconti, iniziative letterarie e manifestazioni culturali. Così come sono onnivora nella scelta delle letture, allo stesso modo e con lo stesso entusiasmo ho affrontato generi diversi. L’ultimo in ordine cronologico è un romanzo generazionale “Non è un paese per Rocker” (Resalio Produzioni) che parla della gioventù degli anni ’90 e della musica che accompagnava quegli anni. Nel 2018 ho pubblicato una young adult fiction “Due Volte Elle” (Astro Edizioni) ascrivibile al genere paranormal romance. Del 2016 è “Nippon Shots” (L’Erudita Edizioni) una raccolta di racconti poetici sul Giappone, mia grande passione, oltre a quella per i libri.
È la tua passione per la letteratura ad accendere questa iniziativa?
Senza dubbio l’idea di organizzare un Book Party nasce dalla volontà di estendere questa mia passione a quante più persone possibili. Sono molto rammaricata dal fatto che si legga sempre di meno in Italia, che molti preferiscano ipnotizzarsi sui social e che anche le relazioni interpersonali siano sempre più carenti dal punto di vista umano. Ho studiato e lavorato come counselor con diversi gruppi di ascolto e mi sono resa conto di quanto la condivisione reale e “faccia a faccia” sia necessaria, anche all’indomani del lungo isolamento causato dagli anni del Covid-19. Non bisogna pensare alla lettura come un atto per escludersi dal mondo, ma come mezzo per entrare nel mondo, con più esperienza e con più rinforzi. In questo senso il Book Party resta un mezzo dinamico per vivere il piacere della lettura in un ambiente confortevole e avere la possibilità di esternare pensieri ed emozioni con altre persone, facendo nuove conoscenze e magari instaurando relazioni proficue.
Come funziona il Book Party?
È semplicissimo: ogni partecipante porta da casa il libro che sta leggendo o ha intenzione di leggere. Si viene accolti in uno spazio rilassante dove ognuno potrà dedicare un’ora del suo tempo alla sua scelta. Al termine si aprirà un dibattito coi presenti che avranno la possibilità di condividere ciò che hanno letto, le emozioni emerse, i perché delle scelte o qualsiasi argomento la lettura abbia suscitato in un simposio pacifico quanto ricreativo. Per questo metterò a disposizione palco e microfoni, o anche libri qualora i partecipanti ne fossero sprovvisti. Ovviamente essendo un locale pubblico chi ne avrà voglia potrà trasformare l’esperienza in un aperitivo letterario, o sorseggiare un tè accompagnato da una fetta di torta, ma assolutamente nulla di obbligatorio. Non è quello l’intento. L’intento è quello di riportare i lettori ai libri.
Ci pare di capire che la socializzazione attraverso la condivisione per creare conversazioni più profonde e connessioni intime immediate con i presenti sia l’obiettivo di questi incontri. È così?
Senza dubbio è così, ma come dicevo l’obiettivo è duplice. Vorrei anche sdoganare l’idea, soprattutto fra i più giovani, che la lettura possa essere un’attività divertente e che possa coesistere all’utilizzo dei social, senza che questi ne soppiantino l’esistenza. Del resto i libri come i social, se ben adoperati, possono creare nuove connessioni con altri esseri umani, la differenza è che per il libro si parte uno step primario che prevede l’incontro con se stesso, una sedimentazione privata e poi una condivisione. Il social è uno strumento “di pancia”, per questo se mal gestito rischia di impoverire anziché arricchire. Le conoscenze nate dai libri invece sono diverse, prevedono una scelta e la pazienza di una tempistica, una scelta che fa l’intero gruppo di lettura e che parte quindi da un grado di vicinanza con l’altro già costituito a priori. Ho sperimentato dibattiti di gruppo sui libri e i risultati sono stati sorprendenti. Le persone parlando e condividendo, entrano in contatto emotivo con l’altro, nascono così nuovi incontri e nuove sinergie. Talvolta sorprendenti. Per questo l’invito è aperto a tutti e spero che ci possa essere un alto riscontro, ho fiducia in questa idea.
Grazie Giorgia e in bocca al lupo per la tua iniziativa!
E voi, lettori di WordNews.it, cosa ne pensate di questo Book Party che permette di guardarsi finalmente negli occhi?
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2024-04-16 11:49:10
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