Un’altra disfatta, esattamente una settimana dopo quella di Eindhoven in Champions.
Basta questo per esaminare l’imbarazzante prestazione della Juventus in casa contro un Empoli annichilito pochi giorni prima dall’Atalanta e che con i suoi tanti giovani, ha messo alle corde la compagine bianconera.
Due obiettivi su tre sono andati in fumo: dopo gli ottavi di Champions con annessi 15 milioni di euro da mettere a bilancio, pure in Coppa Italia il cammino si è concluso prematuramente.
Una Juve impacciata, confusionaria e priva di mentalità, incapace di sopraffare i toscani, reduci da 11 partite consecutive senza vittorie e imbottiti di riserve, compresi alcuni ragazzi del proprio vivaio. Oltre a questo, hanno destato clamore le parole di Thiago Motta ai microfoni di Sport Mediaset a partita finita:
Abbiamo fatto un primo tempo di cui vergognarsi. Mi vergogno per quello che abbiamo fatto nel primo tempo e spero che anche i miei giocatori stiano provando queste emozioni. Ho sbagliato io a non far capire ai miei giocatori l’importanza della partita. È solo colpa nostra se non siamo in semifinale, non l’abbiamo meritato. I tifosi sono stati fin troppo gentili con noi per quello che abbiamo messo in campo nel primo tempo.
Il fatto che il tecnico si sia espresso così lascia delle sensazioni che ormai avevano il sapore del segreto di Pulcinella: una connessione mai partita tra lui e il gruppo-squadra. I giocatori non sono entrati in simbiosi con le direttive dell’allenatore, sgretolandosi sempre alle prime difficoltà e non capendo come trasferire ogni nozione tecnica, tattica e di mentalità sul terreno di gioco. La Juventus versione 2024/2025 è stata generata da lui condividendo ogni scelta col direttore dell’area sportiva, Giuntoli. Le colpe vanno distribuite su tutti i fronti, d’altronde non è la prima volta che dentro il mondo bianconero si perda il senso dell’orientamento, partorendo qualcosa che si è poi rivelato effimero. Senza escludere i giocatori, magari non a proprio agio dentro certi meccanismi oppure sopravvalutati nel contributo che potevano offrire quando sono arrivati la scorsa estate. L’intervista di Thiago Motta in questo senso si può riassumere con l’ammissione chiara di non sentire tra le mani la Juve che voleva e il fatto che siamo arrivati a marzo, non depone a favore suo, della squadra, del direttore Giuntoli e della società.
Ora tutte le soluzioni sono in campo: esonero quasi immediato di Motta, richiamata di Allegri, oppure la società bianconera potrebbe rivolgersi ad un “traghettatore” ( chi?), chiamare subito Zidane? Oppure attendere la fine del campionato, valutando le ipotesi Conte o Gasperini? Sono probabilmente questi i quesiti a cui la Juventus dovrà rispondere.
Ma i tifosi? Attendono novità concrete che salvaguardino il buon nome della squadra bianconera.
Articolo scritto da Gabriele Galvagno e Giuseppe Notaro
Immagine di copertina creata con IA