È passata una settimana dal corteo del 21 marzo organizzato dall’associazione Libera a Trapani nella Giornata nazionale dell’impegno e della memoria in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. In questa settimana abbiamo pubblicato diverso materiale riguardante le due giornate a Trapani, dall’incontro dei parenti delle vittime di mafia alla veglia ecumenica del 20 marzo alle interviste e interventi durante il corteo del 21 marzo.
Quest’anno la giornata è arrivata alla trentesima edizione e si svolge nella prima giornata di primavera. È stata scelta la città di Trapani, città simbolo di cosa nostra. Parlando di mafia è la città della famiglia Messina Denaro, prima di Ciccio e poi di Matteo arrestato il 16 gennaio 2023 e morto qualche mese dopo. Parlando di politica e potere è la terra dei D’Alì, proprietari terrieri prima, di banca poi e Tonino D’Alì, tra i fondatori di Forza Italia, è stato condannato a dicembre 2022 proprio per aver favorito la latitanza di Matteo Messina Denaro.
Ma Trapani è anche la terra del prefetto Fulvio Sodano, che nel suo ruolo si è opposto fortemente all’avanzare di cosa nostra e alla famiglia Messina Denaro e per questo ha pagato le conseguenze proprio da D’Alì.
È terra di Giuseppe Linares, allora a capo della Squadra Mobile di Trapani e, proprio perché svolgeva bene il suo lavoro, è stato pure lui spostato.
È terra di Rino Germanà, il commissario che subì un attentato nel 1992 proprio dalla cosca corleonese e da Matteo Messina Denaro.
Ma la provincia di Trapani è terra di Rita Atria, che ha avuto il coraggio di denunciare la sua famiglia.
È terra di Mauro Rostagno, un giornalista coraggioso e un attivista in favore degli ultime, che ha scelto Trapani, lui che veniva da Torino, e che per il suo impegno è stato ucciso a Valderice il 26 settembre 1988.
È la terra della strage di Pizzolungo, strage che doveva uccidere il magistrato Carlo Palermo ma che il 2 aprile del 1985 uccise, per un fortuito caso, Barbara Rizzo, di 30 anni, con i figli gemelli Salvatore e Giuseppe Asta, di 6 anni; strage sulla quale ancora c’è qualche velo di mistero, come d’altronde molte altre stragi che hanno segnato la nostra Repubblica.
Trapani è anche terra di un valorosissimo magistrato, Giangiacomo Ciaccio Montalto, che si ritrovò ad indagare su cosa nostra trapanese; il suo coraggio lo portò a denunciare pubblicamente l’isolamento dei magistrati nella lotta alle mafie e, nonostante le minacce, è non aveva la scorta e così la notte del 25 gennaio 1983 venne ucciso a Valderice e anche qui ci sono delle verità ancora da scoprire.
Ci sono molte altre storie che si possono raccontare su questa terra, su questa provincia.
Quindi è stato importante scegliere, da parte di Libera, proprio Trapani e gridare da lì che
«l’80% dei familiari vittime di mafie aspetta ancora la verità sull’omicidio dei propri cari».
A partecipare al corteo associazioni, politica, sigle sindacali e non da tutta Italia, circa 15mila persone, ma soprattutto molti studenti.
Una nota importante è stata accesa sulla libertà di stampa che molte volte viene limitata, anche se il trattamento subito dai giornalisti nella piazza Vittorio Emanuele non è stato dei migliori: chiusi in un “recinto” di transenne non si poteva girare dove c’erano le “personalità” e i familiari se non per i giornalisti della sola Rai i quali avevano pure un palchetto riservato per la diretta.
Presenti molti personaggi della classe politica, chi per passerella chi (forse?) perché ci crede realmente. La maggior parte hanno fatto il punto con la stampa, chi prima da mamma Rai nel palchetto e dopo nel recinto degli altri giornalisti, chi viceversa. Caso diverso è stato per la Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo. Chiamata dalla Rai per la diretta, quando è scesa non è passata a fare il punto e a farsi fare qualche domanda dal resto dei giornalisti. E alla fine, una volta finita la mattinata e quindi con la possibilità dei giornalisti di girare, la Presidente Colosimo, con un colpo di corsa, è scappata verso l’auto di scorta ed è scomparsa.
Durante il corteo c’è stata la possibilità di conoscere molte storie di vittime di mafia, tante volte meno note. In particolare quella di una ragazza che percorreva le vie di Trapani in maniera defilata. Lei è Aurora Adamo, di Rosolini, nipote di Rosario Adamo ucciso durante un tentativo di rapina nella sua gioielleria.
Queste giornate sono un modo per far vedere una unione, nella ricerca di verità e giustizia, di moltissime realtà e si crea una sorta di scorta civile verso i familiari.
foto scattate da Antonino Schilirò
21 marzo
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