Sparite nel nulla, inghiottite da un crudele buco nero, lasciando nel limbo dell’incertezza e di una sofferenza che non si lenisce mai. È quanto accade ogni anno a migliaia di persone in tutta Italia. Un esercito di volti, vite, persone lontane dalla famiglia e dai propri cari. Senza alcuna motivazione, senza sapere perché e cosa è accaduto loro.
Siamo ormai a pochi giorni dall’ultimo mese dell’anno, settimane di festa, calore umano, convivialità, in cui gli affetti si ritrovano per il Natale. Ma non sarà così per tutti. Ci saranno famiglie in cui c’è un vuoto enorme, un affetto strappato. Sono le famiglie delle persone scomparse, di coloro di cui non si ha più notizia. A loro è dedicata una giornata nazionale che da quest’anno si terrà il 13 dicembre.
«Sono state 3295 le denunce di scomparsa di persone in Abruzzo negli ultimi cinquant’anni, 946 i minori» sottolineò l’associazione Penelope nel maggio scorso, nei giorni del proprio decennale. E in sei mesi il dramma è aumentato, la terribile contabilità non si fermata. Da gennaio ad agosto di quest’anno sono 241 le persone scomparse e mai ritrovate, sparite apparentemente nel nulla, dal 1974 sono 1352. Dati del commissario straordinario di governo sulle persone scomparse, rielaborati e diffusi dall’associazione Penelope, guidata in Abruzzo da Alessia Natali.
Questo il dettaglio il censimento pubblicato dal commissario nazionale, dati elaborati da Penelope Abruzzo:
438 denunce di scomparsa, +10,3% rispetto all’anno scorso, ritrovamenti 197, -9.2% rispetto all’anno scorso; minorenni: 362 denunce, +19.1% rispetto al 2024, ritrovamenti 138, -4.2% rispetto all’anno scorso
Prov. Chieti 246 denunce, + 48.2% rispetto all’anno scorso, ritrovamenti 74, -1.3% rispetto all’anno scorso; minorenni: 222 denunce, +56.3% rispetto all’anno scorso, ritrovamenti 57;
Prov. Pescara 66 denunce, -39.4% rispetto all’anno scorso, 45 ritrovamenti, – 34.8% rispetto all’anno scorso; minorenni: denunce 49, -35.5% rispetto all’anno scorso, ritrovamenti 31, -26.2% rispetto all’anno scorso;
Prov. Teramo 68 denunce, +13.3% rispetto all’anno scorso, 45 ritrovamenti, +32.4% rispetto all’anno scorso; minorenni: 46 denunce, +24.3% rispetto all’anno scorso, ritrovamenti 28, +80% rispetto all’anno scorso;
Prov. Aquila 58 denunce, -6.5% rispetto all’anno scorso, 33 ritrovamenti, -15.4% rispetto all’anno scorso; minorenni: denunce 45, +4.7% rispetto all’anno scorso, ritrovamenti 22, – 12% rispetto all’anno scorso
Negli ultimi dati diffusi dal commissario straordinario di governo, rielaborati e diffusi in Abruzzo dall’associazione Penelope (ma la situazione è la stessa nelle altre regioni) colpisce l’aumento dei minori scomparsi, un aumento esponenziale, una percentuale che in questa regione solo nei primi otto mesi di quest’anno è aumentata di cinque punti, quasi uno al mese.
«Se nel caso degli adulti assistiamo spesso a fenomeni di allontanamento volontario, nel caso dei minori non è così – sottolineò nel 2017 l’avv. Federica Benguardato, vicepresidente di Penelope Abruzzo, in un evento dedicato ai minori scomparsi – Soprattutto nel caso dei minori stranieri non accompagnati dai genitori, alcuni arrivano per ricongiungersi ai parenti, ma molti altri finiscono nelle reti della criminalità, fatte di prostituzione, pedofilia, commercio di organi e tratta dei bambini». «Migliaia di minori scompaiano nel silenzio più assoluto, senza comparire nelle statistiche nazionali e senza essere neanche cercati» l’allarme che lanciò nello stesso evento Annalisa Console, allora presidente dell’associazione. Tutto questo in una regione, popolata come una porzione della Capitale, in cui come spesso abbiamo sottolineato e denunciato in questi anni è altissimo il numero di pedocrimini che avvengono nel silenzio e nell’omertà più totali, pedofilia e pedopornografia che registra sempre più denunce e inchieste che consegnano uno spaccato sociale sempre più drammatico e sconvolgente.
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Tra queste persone, sparite apparentemente nel nulla, scomparse e mai ritrovate, ci sono anche Philippe Pomone – sparito tra Atessa e Casalbordino a fine maggio dell’anno scorso – e Nicola Basilico – sparito a Vasto Marina nel luglio di due anni fa.
Sulla scomparsa di Pomone la Procura di Lanciano ha riaperto le indagini, dopo una prima chiusura, dopo la presentazione di una corposa memoria da parte dell’avv. Katia Ferri a nome della famiglia e di Penelope. «È passato più di un anno da quando di Philippe si sono perse le tracce. Un anno fa veniva archiviato il fascicolo in concomitanza con la nostra battuta di ricerca – ha scritto su facebook il 26 settembre scorso Alessia Natali – La Procura sta indagando, o meglio, ha un fascicolo aperto con una ipotesi di reato, ma non sappiamo altro. Le indagini sono secretate. Si sta cercando Philippe? I figli Claire e Yann attendono risposte».
«Il silenzio che avvolge il suo caso continua a pesare come un macigno sulla sua famiglia e sull’intera comunità» sottolinea l’associazione. «Non possiamo accettare l’ipotesi dell’allontanamento volontario – ha dichiarato Alessia Natali, presidente di Penelope Abruzzo – ci sono elementi gravi e inequivocabili che meritano un approfondimento serio e non una chiusura sommaria».
«Troppe incongruenze, troppi silenzi» evidenzia Penelope: «Secondo la ricostruzione dei familiari, Philippe Pomone ha lasciato la casa aperta, con un tablet in carica, senza documenti né effetti personali: nessuna carta d’identità, nessun passaporto o patente – riporta l’associazione – dal 1° giugno 2024 nessuna spesa o prelievo è stato più registrato, mentre in precedenza l’uomo era solito utilizzare quotidianamente carte e bancomat. All’interno dell’abitazione erano presenti scritte sui muri, segni di disordine e possibili tracce di effrazione: elementi che, secondo l’associazione, non sarebbero stati adeguatamente analizzati».
«Testimonianze ignorate» rende noto l’associazione impegnata da decenni sul fronte delle persone scomparse: «Tra i punti critici dell’inchiesta, l’associazione evidenzia la mancata audizione di testimoni chiave, come il tassista che la sera del 31 maggio avrebbe riportato Philippe da un ristorante cinese di Pescara (lo “Shanghai”) ad Atessa, e una tassista che avrebbe trattenuto effetti personali dell’uomo per due mesi senza comunicarlo alle autorità».
«Eppur son convinta che qualcuno sa, ma non parla» l’amara constatazione di Alessia Natali condividendo nel dicembre scorso su facebook il post di “Chi l’ha visto?” sul servizio andato in onda. «Troppe incongruenze, troppi silenzi» nella vicenda secondo l’associazione Penelope.
Nel luglio scorso il Tribunale di Vasto ha archiviato il fascicolo di indagine sulla scomparsa di Basilico, 55enne (al momento della scomparsa) residente a Gissi che si trovava nella struttura residenziale per anziani Villa Santa Chiara in contrada San Tommaso a Vasto Marina. «Un provvedimento che, come parte offesa, non ci aspettavamo. Leggeremo le motivazioni del giudice e valuteremo cosa fare» ha dichiarato l’avv. Chieffo, legale della famiglia. «Poiché si procedeva per il reato di abbandono di persona incapace, secondo il Gip, non c’erano i presupposti per l’adozione di misure particolari in quanto la struttura non aveva carattere custodiale e se alcune misure sono state omesse non c’è stato dolo, elemento essenziale per configurare la fattispecie del reato contestato» sottolinea il legale. «Ho comunicato la notizia ai familiari che hanno espresso delusione e risentimento per un provvedimento che non si aspettavano».
L’archiviazione delle indagini da parte del Tribunale di Vasto lasciano in sospeso tanti interrogativi, tanti dubbi, pesanti domande. Come può essere sparito nel nulla Basilico? Aveva difficoltà a camminare, come può essersi allontanato? Qualcuno lo ha fatto sparire? E perché? Come? Quando? La struttura si trova, per esempio, a pochi passi dalla Statale 16 Adriatica. Circostanza che aumenta ancor di più domande e interrogativi.
Tra gli impegni dell’associazione il sostegno alla lotta per la verità e la giustizia della famiglia Pedone per la morte di Jois. «Jois Pedone non si ammazzato, l’hanno ammazzato» ribadiscono i familiari. «Quale significato ha la Z sul collo? Chi c’era nell’auto scura su cui salì prima di prendere il taxi? A chi ha dato fastidio la memoria di Jois e ha profanato la tomba? Che fine hanno fatto i “figli della luna”? Perché il canale telegram è stato cancellato dopo la morte del ragazzo? Cosa c’era (o c’è, se esistono ancora ma non sono rintracciabili) nei sette gruppi telegram a cui Jois Pedone era iscritto?» alcuni dei tanti interrogativi rimasti senza risposta. Interrogativi, zone grigie, dubbi mai risolti al centro di una nostra inchiesta da ormai dodici mesi. Un’inchiesta che proseguirà senza arrendersi e senza arretrare di un millimetro. La famiglia Pedone e l’associazione Penelope Abruzzo per ricordare Jois e testimoniare l’impegno per verità e giustizia stanno promuovendo l’installazione di un murales a Punta Penna, a pochi passi dal luogo del ritrovamento del cadavere del ragazzo.
La memoria di Jois Pedone a Punta Penna: murales per ricordare il ragazzo morto tre anni fa
«Su impulso del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse e a seguito della nota della Prefettura di Chieti, si è svolta in Comune una riunione convocata e presieduta dal Sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio, per programmare le iniziative in vista della Giornata nazionale dedicata alle persone scomparse, in programma il 13 dicembre – riporta l’Amministrazione Comunale di Fossacesia – all’incontro hanno partecipato il Luogotenente Michele Cefaratti, Comandante della Stazione dei Carabinieri di Fossacesia, l’Assessore alla Sicurezza Umberto Petrosemolo e il Tenente Alfredo Ciccocioppo, Comandante della Polizia Locale».
«Nel corso della riunione è stato deciso di convocare un ulteriore incontro operativo il 13 dicembre con i soggetti coinvolti nelle attività di ricerca, di attivare la Protezione Civile comunale e le associazioni di volontariato specializzate insieme alla Polizia Locale per ogni iniziativa utile alla prevenzione e al supporto nelle ricerche, e di diffondere sul territorio il Piano provinciale per la ricerca delle persone scomparse preparato dalla Prefettura di Chieti, così da facilitarne la conoscenza e aiutare i familiari nelle procedure di segnalazione» riporta l’Amministrazione Comunale di Fossacesia.
«Esprimo un sincero apprezzamento per il lavoro svolto dalla Prefettura di Chieti nella predisposizione del Piano provinciale. Il fenomeno delle persone scomparse presenta aspetti molto delicati, sia per l’elevato numero di casi, sia per il forte impatto emotivo che coinvolge famiglie e comunità – ha dichiarato il sindaco Di Giuseppantonio – La scomparsa di una persona genera un momento sospeso, carico di angoscia e incertezza, e per questo è fondamentale che le istituzioni siano pronte a intervenire con tempestività ed efficacia, adottando procedure chiare e coordinate. Registriamo inoltre un miglioramento nei risultati delle attività di ritrovamento in Abruzzo, segno dell’impegno costante delle Forze dell’Ordine e dell’efficacia delle metodologie operative adottate. Desidero ringraziare il Prefetto di Chieti, Gaetano Cupello, e l’intera Prefettura per la professionalità, la prontezza e la capacità organizzativa dimostrate nel coordinare questo importante lavoro».




