Si avvicina la data di riapertura per i cinema e i teatri di tutta Italia: il 15 giugno inizierà infatti l’ultima fase che prevede ulteriori allentamenti sui vincoli e i divieti imposti dall’emergenza coronavirus. Entro venerdì sera Conte firmerà un DPCM per le regolamentazioni della materia, ma già si prevede un crollo degli incassi. Infatti, secondo i dati CInetel, il settore cinematografico sta vivendo una crisi profonda indotta proprio dal corona virus, crisi che assume la veste di una vera e propria calamità per l’intero settore. Un fatturato che precipita, riprese sempre più lontane: il pesantissimo impatto non ha tardato a far sentire le conseguenze dei danni provocati dalle chiusure forzate.
Come si andrà dunque al cinema dopo questa pandemia?
Ingressi solo su prenotazione, pagamenti on line, poltrone assegnate e porte chiuse per chi si decide all’ultimo istante. Niente più file al botteghino dunque e attenzione agli assembramenti nelle sale: i posti in sala saranno infatti meno della metà e non sarà più possibile alzarsi durante gli spettacoli. Queste direttive non valgono solo per i cinema poichè ad essere coinvolte saranno anche le iniziative pubbliche, gli incontri le presentazioni dei libri, gli eventi culturali, politici ed i convegni.
Alcuni cinema, tuttavia, hanno scelto di non riaprire le sale proprio a causa delle previste prescrizioni, giudicate troppo eccessive ed onerose. Aprire a queste condizioni, sostengono alcuni, non conviene e le sale cinematografiche di Palermo e provincia resteranno chiuse. Una decisione unanime degli esercenti cinematografici che ha costretto l’ ANEC a richiedere un confronto con il tavolo tecnico della protezione civile, al fine di chiarire gli aspetti ritenuti controversi dell’ordinaza.
“Restano alcune perplessità sulle prescrizioni contenute nell’ordinanza regionale ancora eccessive e quindi non idonee per la redditività delle imprese cinematografici” - ha dichiarato il presidente di ANEC Palermo Andrea Peria.
A questa situazione di incertezza si aggiunge anche il malcontento per la mancata ricezione della cassa integrazione e per le norme attuative che prevedono un indennizzo di mancato sbigliettamento. Nel frattempo il miglioramento relativo ai dati del contagio da covid fa ben sperare per un sensibile allentamento delle prescrizioni e alla ripartenza delle imprese. La cultura, però, non si arrende nonostante le chiusure, poichè i cinefili hanno riscoperto l’archivio più grande d’Italia, la Fondazione Cineteca di Milano, la quale, grazie alle proiezioni gratuite in streaming, ha permesso al cinema di continuare a vivere. La cineteca ha inoltre prestato particolare attenzione all’attività didattica, offrendo dirette streaming per insegnanti e studenti.
Il direttore della cineteca, Matteo Pavesi, ha dichiarato ” quello che è successo è stato un necessario acceleratore tecnologico. La nostra piattaforma streaming è nata a gennaio di quest’anno , quindi prima del lockdown, ma era riservata ad un pubblico di nicchia, interessato ai materiali cinematografici storici. Nel periodo di quarantena invece siamo passati da 300 presenze a 4 milioni di visualizzazioni al mese. L’ offerta è stata quindi modificata per facilitare l’accesso a tutti.” Nella cineteca ,infatti ,oltre ai materiali d’archivio è possibile godere di anteprime, percorsi cinematografici e del cinema di animazione.
L’attuale pandemia ha costretto dunque il settore a fare un balzo in avanti e apensare al futuro. In cantiere c’è il primo Festival di cinema in streaming dedicato al cinema svizzero contemporaneo, che avrà una giuria social e verrà trasmesso in più lingue. Il Cinema quindi va verso una rinascita ma servono interventi immediati a sostegno dell’intero settore culturale, al fine di contenere il pesantissimo impatto che l’emergenza ha portato in questi mesi alle imprese e ai lavoratori. Le arene all’aperto infine, prossime alla riapertura, forse consentiranno un rapido ricongiungimento tra gli spettatori e il grande schermo .
uploads/images/image_750x422_5ee0a96103bac.jpg
2020-06-12 12:00:08
17