Nato a Melilli (SR), nella provincia siciliana, nonostante le umili origini dei genitori contadini, fu avviato agli studi, che compì a Roma laureandosi in giurisprudenza. Fu vicepretore in Sardegna e poi impiegato nelle Prefetture di Bari, Trieste e Vicenza e dal ’42 segretario di Gabinetto presso Genova. Pur se inserito nei gangli dello Stato fascista, Lastrina era in contatto con gli antifascisti e in particolare con il Partito Comunista, tanto che quando, dopo l’Armistizio, gli fu affidata la carica di Viceprefetto del capoluogo ligure, chiese al CLN locale indicazioni su come comportarsi.
Nel corso della lotta di Liberazione, in virtù del suo ruolo, che gli permetteva di disporre delle direttive riservate delle autorità naziste e fasciste, e con l’aiuto del fidato collaboratore Franco Zoppoli, Vincenzo Lastrina fu in grado di scongiurare rastrellamenti, evitare arresti e sabotare i provvedimenti della Repubblica Sociale, salvando molte vite e trasmettendo informazioni fondamentali alla Resistenza e agli Alleati.
Scoperto il 29 settembre ’44, fu arrestato e torturato presso la ‘Casa dello Studente’ dalle SS, per poi essere rinchiuso a Marassi. Deportato il 22 ottobre verso Mauthausen, giunse vivo alla liberazione del campo, ma in condizioni disperate a seguito di un violentissimo pestaggio subito pochi giorni prima. Ricoverato in un’infermeria a Melk, il viceprefetto Vincenzo Lastrina spirò il 15 maggio ’45.
Per approfondire:
M. Rizzo, Vincenzo Lastrina: da Melilli a Mauthausen. Il breve viaggio per l'eternità, Comune di Melilli, Melilli, 1977;
P. Caleffi, Si fa presto a dire fame, Edizioni Avanti, Milano, 1965.
fonte: ANED – Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi nazisti
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2022-02-16 17:35:56
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