Oggi festa. Nel calendario figura come festa del lavoro. Io studentessa lavoratrice ai tempi dell’università e lavoratrice immediatamente dopo la laurea ho dedicato alle mie scelte di lavoro studio e impegno perché il lavoro stesso divenisse testimonianza. Il mio lavoro mi accompagna tutti i giorni perché chi sceglie il servizio pubblico sa bene che il bene comune non va in ferie e non conosce feste.
Le istanze della collettività sono scritte sul libro che un buon amministratore sa di dover tenere sempre aperto per leggervi le domande alle quali ha il dovere di dare risposta.
Le risposte ci sono sempre e quando non le si danno è solo per incompetenza o perché ci si asserve alla logica della decantazione. Il silenzio è affermazione di potere e il potere della burocrazia si rafforza con il silenzio.
Oggi ho voluto cercare commenti e riflessioni sul lavoro. Ho rifuggito le pagine delle maggiori testate e ho preferito entrare nelle pagine degli amministratori della cosa pubblica, dei candidati a dedicare il proprio impegno per il bene comune. Con enorme piacere ho riscontrato che non esiste solo il silenzio ma una buona dose di uniformità nell’affermare l’importanza del lavoro per tutti.
Il lavoro, dunque, è importante e importante è che sia possibile per tutti. Il lavoro sarebbe importante anche per chi non riesce a trovare un posto di lavoro e per chi ha perso il posto di lavoro.
Alla domanda di lavoro avanzata dalla collettività come hanno risposto gli amministratori locali che con determinazione si ricandidano forti degli ottimi risultati della gestione?
Alle domande sul lavoro ricevuto quanti hanno risposto?
Sarei felice di ricevere una risposta io, umile studiosa di dati, oggi, giorno dedicato al lavoro.
In attesa… una mia poesia
Fantasmi sull’asfalto (*)
Come ombre
lungo i marciapiedi,
tra lerciume e scheletri,
corpi senza identità
vivono l’immanenza
di un tempo che corrode
il diuturno divenire
delle stagioni.
Nella lenta scansione
delle ore
nessuno si chiede
cosa potrà cambiare.
Un cartello
sul petto di un uomo,
in ginocchio
su un mucchio di stracci,
è un brandello di preghiera
che racconta la fame.
(* 1° maggio festa del lavoro)
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2022-05-01 08:44:12
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