Il 26 luglio saremo a Viale Amelia, come ogni anno, come sempre.
Eppure quest’anno, in forma “privata”. La memoria attiva è un percorso continuo e spesso difficile. Il racconto della storia di Rita Atria è un impegno serio, profondo. Questo impegno si è rinnovato ogni giorno e ancor di più nell’ultimo anno, attraverso il libro-inchiesta scritto dalla giornalista Giovanna Cucè, Nadia Furnari, co-fondatrice e vicepresidenta dell’Associazione, e Graziella Proto, direttora de Le Siciliane, per far emergere quello non è mai stato cercato, chiesto, investigato e scritto sulla storia scomoda della giovane testimone di giustizia Rita Atria, che a 17 anni si è ribellata al potere politico-mafioso, raccontando tutto ciò di cui era a conoscenza e fornendo un contributo rilevante al lavoro del giudice Paolo Borsellino. Rita Atria, che fu abbandonata dalle Istituzioni che avrebbero dovuto prendersi cura di lei, lasciandola, invece, in balia di un vuoto che colpevolmente avvolge la fine di questa giovanissima donna ribelle, indirettamente la settima vittima del massacro di Via D'Amelio.
Sembra che la politica come le Istituzioni siano ancora oggi silenti di fronte a questa richiesta per la verità e la giustizia, che vuole rimettere pazientemente insieme i pezzi del passato, disvelare i meccanismi sottesi ai fenomeni del nostro presente, per non far morire nuovamente Rita e tutti coloro hanno avuto il coraggio di denunciare, per non farli annegare, scomparire ancora, e noi insieme a loro, nella distruzione della memoria.
Noi, però, confidiamo sempre nelle Istituzioni e in particolare nell’operato della Magistratura, tant'è che più di un anno fa abbiamo presentato la richiesta di riapertura delle indagini sulla morte di Rita, come Associazione con Anna Maria Atria, la sorella di Rita, e di recente abbiamo depositato al sostituto procuratore designato per le indagini ulteriori spunti di riflessione investigative nella speranza che possa essere finalmente vagliata e che sia fatta piena luce sui tanti, troppi, punti oscuri affinché anche questa storia non rimanga senza risposte, non si aggiunga alle tante risposte che mancano nel nostro Paese a partire da Portella della Ginestra passando dalle stragi del ‘92-93, fino a delitti come quello del piccolo Claudio Domino…
Come speriamo anche che si squarci quel silenzio, oramai da anni, anche riguardo alla campagna lanciata dall’Associazione per il conferimento della cittadinanza onoraria di Roma a Rita e che si facciano passi in avanti, altresì, nell’intitolazione dell'area verde in Viale Amelia con il toponimo “Giardino Rita Atria – Testimone di giustizia e vittima innocente della mafia (1973 – 1992)”. Si tratterebbe di segnali fondamentali e tangibili sul territorio, proprio lì nel luogo dove la vita di Rita e la sua testimonianza si è interrotta.
Saremo ancora una volta il 22 luglio a Partanna e il 26 luglio a Roma in Viale Amelia, stavolta in forma “privata“, come denuncia di questo silenzio assordante, che continueremo a spezzare con le nostre voci, con la nostra testimonianza collettiva. Una testimonianza scomoda e spesso costellata di difficoltà, ma ciò ci induce andare avanti, «Senza scappare, senza tradire, senza corruzioni, o sottomissioni a testa alta, orgogliosamente» (Pippo Fava).
Invitiamo tutte e tutti a dare voce a questa denuncia. Noi, non ci arrendiamo!
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2023-07-20 11:48:32
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