«Tutta la strategia della tensione che, in pratica, è iniziata nel ’65 con il convegno dell’Istituto Pollio e poi, probabilmente, sta proseguendo ancora adesso».
- Strage di Bologna, parla Bolognesi: «la strategia della tensione non è terminata», WordNews.it
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato "golpe" (e che in realtà è una serie di "golpe" istituitasi a sistema di protezione del potere).
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.
Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di "golpe", sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti.
Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).
Io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l'aiuto della Cia (e in second'ordine dei colonnelli greci della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il '68, e in seguito, sempre con l'aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del "referendum".
…
Tonino Braccia e Paolo De Chiara
«Ho sempre dolori articolari, l’artrosi si fa sentire sempre di più. Non riesco ad alzare le braccia, a fare determinate cose. La notte non riesco a dormire. Prendo sempre i calmanti per i dolori, oltre ad altre medicine per dormire. Le prendo da quarant’anni. Vivo la mia vita, faccio la mia vita grazie alla mia famiglia. Mia moglie e i miei figli mi stanno sempre vicino.»
«Ho subito quasi venticinque interventi, ho avuto la frattura della mandibola destra, l’orecchio staccato, ho perso l’occhio destro. La frattura dell’omero, l’asportazione del dito della mano sinistra. Poi la lesione del tendine radiale, non ho il nervo estensore. Ho avuto una ferita penetrante nell’addome, emorragia interna, frattura di anca e femore destro. Poi la bocca bloccata per un paio di mesi e poi tutte le cicatrici, le bruciature di secondo e terzo grado. Le cure sono durate per un paio di anni, poi ho subìto altri interventi all’occhio destro».
Tonino Braccia, superstire Strage di Bologna, WordNews.it, 18 marzo 2020
Comincia così la nostra conversazione con Tonino Braccia (nella foto a sinistra), il superstite della Strage di Stato "nera" di Bologna. Era il 2 agosto del 1980 quando l'ex agente della polizia di stato, giovanissimo, si trovava nel luogo scelto dai neofascisti per colpire al cuore il Paese.
«Stavo aspettando sotto la pensilina. Siccome era presto ed aspettavo l’espresso che doveva arrivare sul terzo binario intorno alle 10:45 e, siccome faceva caldo, un caldo pazzesco, afoso, mi sono spostato all’ingresso della sala d’aspetto. Il tempo di entrare in sala, di appoggiarmi al vetro della porta e non ho sentito più niente. Una frazione di secondo e la bomba è scoppiata. Non ho sentito il botto, non ho sentito nulla.
Mi sono ritrovato sotto ad un treno. Sentivo strillare, ma non riuscivo a vedere. Non si aprivano gli occhi. Mi schizzava dell’acqua in faccia, sicuramente l’acqua del treno, che mi ha fatto riprendere conoscenza. Ho cercato di aprire gli occhi, ma vedevo solo polvere. Ho subito pensato ad una bomba. A pochi metri da me, in mezzo ai binari, c’era una persona allungata a pancia sotto, sicuramente morta».
Con Tonino Braccia siamo partiti dalle ultime vergognose affermazioni di alcuni esponenti legati ai partiti di Governo di destra. Dopo 43 anni, nel Paese senza memoria e senza vergogna, si continua a raccontare una diversa narrazione, che non trova riscontro nei processi e nella Storia. Ma le dichiarazioni (la "famosa" e insensata pista palestinese, utilizzata per depistare e per all'allontanare dalla vera pista (neofascista) – sancita poi dalle sentenze dei tribunali – da parte dell'ex presidente della repubblica Kossiga), sempre in queste ore, sono state accompagnate da una giusta polemica da parte del Presidente dell'Associazione dei parenti delle Vittime della Strage di Bologna, Paolo Bolognesi: "Ha detto balle, i processi non si fanno in Parlamento". Il riferimento è all'attuale ministro della giustizia Nordio (il peggiore di tutti?). "Ha tentato di bloccare il processo per il terrorista (nero, di destra) Cavallini".
Non esiste la volontà politica (non è mai esistita) di fare chiarezza, 43 anni dopo, su questa Strage schifosa, come i suoi autori e i suoi mandanti. La strategia della tensione in questo Paese non è mai terminata. Dalla Strage di Portella della Ginestra (1° maggio 1947) ad oggi.
Non esiste il rispetto per le vittime della Strage (e delle Stragi di Stato). Il Presidente del Consiglio dei Ministri, la Meloni, nemmeno si è presentata. Ma ha utilizzato le parole (inutili) per dire che bisogna aprire gli archivi e desecretare le carte. Gli annunci, dopo 43 anni di attesa, servono a poco.
Nel 2022 la Corte d'Assise d'Appello di Bologna ha condannato Paolo Bellini (Avanguardia nazionale, movimento neofascita) all'ergastolo. Il fascista di Stato è il famoso "quinto uomo".
Ecco gli altri quattro: Giuseppe Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini (tutti neofascisti, appartenenti ai NAR, Nuclei Armati Rivoluzionari e condannati in via definitiva). Poi, con la condanna al carcere a vita in primo grado, Gilberto Cavallini (ultimamente ha minacciato di morte la sua ex moglie per la sua fondamentale testimonianza). Ma se è all'ergastolo – in primo grado – come ha potuto minacciare la sua ex? Era in libertà, nonostante la pesante pena detentiva.
Siamo il Paese di Pulcinella.
Ovviamente dietro questa gentaglia non possiamo dimenticare il ruolo attivo di uno Stato deviato e dei servizi segreti. Molti sono morti e non pagheranno mai le loro colpe. E' la storia di questo Paese "orribilmente sporco": dalle stragi terroristiche (di Stato) alle stragi di mafie (di Stato).
«Per me non è cambiato niente. Ci penso sempre. A Bologna ci sono sempre, ci soffro ma non riesco a mancare. Ci devo essere.
Dopo 43 anni cosa è cambiato?
«Ho sempre pensato che ci fossero i servizi ma quando sono usciti fuori questi legami ci son rimasto male. Molto deluso. E lo dico da servitore dello Stato. Ci hanno comandato persone come il dottor Damato che era responsabile dei servizi, come il senatore del Movimento Sociale che pensava a pagare i terroristi.»
Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione dei parenti delle vittime della Strage di Bologna ha dichiarato: “Dalle parti del governo assistiamo a manifestazioni sgradevoli di amici dei terroristi”. Lei concorda con il suo presidente?
«Concordo. È una cosa impressionante, questi vogliono rifare i processi. Adesso dicono che vogliono fare una commissione d’inchiesta. È uno schifo. Vogliono tornare indietro di quarant’anni.»
La presidente del consiglio Meloni ha disertato la commemorazione della Strage.
«Speravo che non ci fosse. Se c’era lei, il presidente del consiglio, non c’ero io.»
Perché?
«Questa per me è la destra eversiva. Magari la Meloni non c’entra niente perché è una ragazza giovane. Ma riguarda sempre quella gente. Come ci possiamo confrontare con questa gente? Sono amici di questi qua, con Ciavardini, Mambro, Fioravanti, Cavallini.»
Un consigliere comunale della Lega, poche ore fa, ha dichiarato: “non è stato un attentato fascista, ma in quel momento era in transito un vagone palestinese che è stato fatto esplodere a Bologna”. Lei cosa ne pensa?
«L’ennesima vergogna. Sono le parole di Cossiga, non le parole di questo tizio. Questo consigliere della Lega è un cretino. Cossiga era amico di questi, insieme ad Andreotti e a questa gentaglia.»
Ma è normale, dopo 43 anni, rimettere in dubbio una strage compiuta dai neofascisti e da uno Stato deviato?
«Sono pagliacciate. Non sanno come inventarsele queste cose. I giudici di Bologna si stanno comportando egregiamente.»
Lei è soddisfatto del lavoro della magistratura?
«Adesso sì, ci sto credendo.»
Può spiegare meglio?
«Stanno andando avanti senza intoppi e senza ascoltare la politica. Senza ascoltare questa maggioranza. Questa volta il filone è quello giusto.»
Lei è ottimista?
«Quando sono stato dal giudice, circa un mese e mezzo fa, ho capito che la strada è quella giusta.»
È possibile fare chiarezza su questa Strage fascista e di Stato?
«Questa volta ci credo. Ci voglio credere. Perciò il presidente Meloni e gli altri non vengono. Hanno mandato il ministro Piantedosi, un prefetto, è stato a Bologna, lo conosciamo bene. Lo conoscono tutti. Si è comportato sempre bene con noi, perciò hanno mandato Piantedosi.»
Per evitare le contestazioni?
«Sì. Mica possono mandare uno della Lega o di Forza Italia o di Fratelli d’Italia. Succede un casino che non finisce più.»
La puntata, condotta da Giuseppe Notaro (A proposito di Storia…), è del 2021. Con Tonino Braccia e Paolo De Chiara
La strage di Stato
Il più grave atto terroristico del secondo dopoguerra.
(85 morti e 200 feriti).
1. Antonella CECI , anni 19
2. Angela MARINO, anni 23
3. Leo Luca MARINO, anni 24
4. Domenica MARINO, anni 26
5. Errica FRIGERIO in DIOMEDE FRESA, anni 57
6. Vito DIOMEDE FRESA anni 62
7. Cesare Francesco DIOMEDE FRESA, anni 14
8. Anna Maria BOSIO in MAURI, anni 28
9. Carlo MAURI, anni 32
10. Luca MAURI, anni 6
11. Eckhardt MADER, anni 14
12. Margret ROHRS in MADER, anni 39
13. Kai MADER, anni 8
14. Sonia BURRI, anni 7
15. Patrizia MESSINEO, anni 18
16. Silvana SERRAVALLI in BARBERA, anni 34
17. Manuela GALLON, anni 11
18. Natalia AGOSTINI in GALLON, anni 40
19. Maria Antonella TROLESE, anni 16
20. Anna Maria SALVAGNINI in TROLESE, anni 51
21. Roberto DE MARCHI, anni 21
22. Elisabetta MANEA ved. DE MARCHI, anni 60
23. Eleonora GERACI IN VACCARO, anni 46
24. Vittorio VACCARO, anni 24
25. Velia CARLI IN LAURO, anni 50
26. Salvatore LAURO, anni 57
27. Paolo ZECCHI, anni 23
28. Viviana BUGAMELLI in ZECCHI, anni 23
29. Catherine HELEN MITCHELL, anni 22
30. John ANDREI KOLPINSKI, anni 22
31. Angela FRESU, anni 3
32. Maria FRESU, anni 24
33. loredana MOLINA in SACRATI, anni 44
34. Angelica TARSI, anni 72
35. Katia BERTASI, anni 34
36. Mirella FORNASARI, anni 36
37. Euridia BERGIANTI, anni 49
38. Nilla NATALI, anni 25
39. Franca DALL'OLIO, anni 20
40. Rita VERDE, anni 23
41. Flavia CASADEI, anni 18
42. Giuseppe PATRUNO, anni 18
43. Rossella MARCEDDU, anni 19
44. Davide CAPRIOLI, anni 20
45. Vito ALES, anni 20
46. Iwao SEKIGUCHI, anni 20
47. Brigitte DROUHARD, anni 21
48. Roberto PROCELLI, anni 21
49. Mauro ALGANON, anni 22
50. Maria Angela MARANGON, anni 22
51. Verdiana BIVONA, anni 22
52. Francesco GOMEZ MARTINEZ, anni 23
53. Mauro DI VITTORIO, anni 24
54. Sergio SECCI, anni 24
55. Roberto GAIOLA, anni 25
56. Angelo PRIORE, anni 26
57. Onofrio ZAPPALÀ, anni 27
58. Pio Carmine REMOLLINO, anni 31
59. Gaetano RODA, anni 31
60. Antonio DI PAOLA, anni 32
61. Mirco CASTELLARO, anni 33
62. Nazzareno BASSO, anni 33
63. Vincenzo PETTENI, anni 34
64. Salvatore SEMINARA, anni 34
65. Carla GOZZI, anni 36
66. Umberto LUGLI, anni 38
67. Fausto VENTURI, anni 38
68. Argeo BONORA, anni 42
69. Francesco BETTI, anni 44
70. Mario SICA, anni 44
71. Pier Francesco LAURENTI, anni 44
72. Paolino BIANCHI, anni 50
73. Vincenzina SALA in ZANETTI, anni 50
74. Berta EBNER, anni 50
75. Vincenzo LANCONELLI, anni 51
76. Lina FERRETTI in MANNOCCI, anni 53
77. Romeo RUOZI, anni 54
78. Amorveno MARZAGALLI, anni 54
79. Antonio Francesco LASCALA, anni 56
80. Rosina BARBARO in MONTANI, anni 58
81. Irene BRETON in BOUDOUBAN, anni 61
82. Pietro GALASSI, anni 66
83. Lidia OLLA in CARDILLO, anni 67
84. Maria IDRIA AVATI, anni 80
85. Antonio MONTANARI, anni 86
Per il Presidente della Repubblica, Mattarella: «La matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi»
«Le immagini della stazione di Bologna, la mattina del 2 agosto 1980, ci hanno restituito un’umanità devastata da una ferocia inimmaginabile, da un terrore che ambiva a pretendersi apocalittico. Il ricordo di quelle vittime è scolpito nella coscienza del nostro popolo. Una ferita insanabile nutre la memoria dell’assassinio commesso.
Nel giorno dell’anniversario la Repubblica si stringe ai familiari e alla comunità cittadina con sentimenti di rinnovata solidarietà. Siamo con loro, con le vite innocenti che la barbarie del terrorismo ha voluto spezzare, con violenza cieca, per l’obiettivo eversivo e fallace di destabilizzare le istituzioni della democrazia.
L’Italia ha saputo respingere gli eversori assassini, i loro complici, i cinici registi occulti che coltivavano il disegno di far crescere tensione e paura.
E’ servita la mobilitazione dell’opinione pubblica. E’ servito l’impegno delle istituzioni. La matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi, cui hanno partecipato associazioni segrete e agenti infedeli di apparati dello Stato. La ricerca della verità completa è un dovere che non si estingue, a prescindere dal tempo trascorso. E’ in gioco la credibilità delle istituzioni democratiche.
La città di Bologna, sin dai primi minuti dopo l’attentato, ha mostrato i valori di civiltà che la animano.
E con Bologna e l’Emilia-Romagna, l’intera Repubblica avverte la responsabilità di difendere sempre e rafforzare i principi costituzionali di libertà e democrazia che hanno fatto dell’Italia un grande Paese».
Per approfondimenti:
- Strage di Bologna, parla un sopravvissuto
- Strage di Bologna, parla Bolognesi: «la strategia della tensione non è terminata»
- 40° anniversario strage di Bologna, Mattarella: «Un efferato e criminale gesto terroristico»
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