«Da decenni lo Stato non è presente a Caivano. Tanto che il Parco Verde, nelle ultime relazioni della distrettuale antimafia, è da considerarsi come la piazza di spaccio più grande d'Europa. Logicamente queste piazze di spaccio sono gestite da clan della camorra e nonostante ci siano stati gli arresti, purtroppo, la camorra a Caivano si rigenera, proprio grazie al disagio e alla totale assenza delle istituzioni. Quando parlo di istituzioni mi riferisco anche all'abbandono scolastico e all'inefficienza dell’azione dei servizi sociali i quali, proprio nelle zone più degradate, sono letteralmente assenti. Tutto questo la Meloni dovrebbe saperlo e dovrebbe comprendere come un ragazzo di soli 11 anni, a Caivano, è già da ritenersi un soldato della camorra».
Comincia così la nostra intervista al testimone di giustizia Gennaro Ciliberto che, da anni, denuncia il degrado del Parco Verde di Caivano. Ora il momentaneo clamore mediatico ha acceso (quanto durerà?) i riflettori sulla zona. L’informazione ha dedicato i suoi titoloni, attirata dall’invito – su reti unificate – del parroco Patriciello. La Meloni, attuale presidente del Consiglio, ha annunciato la sua azione, per adesso a parole, contro la criminalità organizzata (“Veniamo a bonificare”).
Noi abbiamo raccolto il punto di vista di chi, senza clamore, continua la sua azione di denuncia. «L'ennesimo spot politico-elettorale. La bonifica al Parco Verde può avvenire solo in una maniera, sradicando interi ceppi di famiglie criminali, restituendo gli alloggi ai legittimi assegnatari. La Meloni dovrebbe comprendere che anche l'affidamento degli immobili al Parco Verde è gestito dalla camorra. La camorra svolge e si sostituisce allo Stato, in ogni sua azione. Anche nell'epoca Covid la camorra ha sostenuto, portando generi alimentari nelle case degli abitanti del Parco Verde. Quella stessa camorra che durante le elezioni gestisce la compravendita di voti. Ad ogni turno elettorale».
A cosa serve la presenza del Presidente del Consiglio sul territorio?
«A nulla. Lancio una provocazione alla Presidente del Consiglio: metta un suo ufficio di rappresentanza nel Parco Verde. E che non si vada solo quando succedono questi eventi, anche perché quello che è successo è da identificarsi in una linea molto più ampia di reati».
Spieghiamo meglio.
«Un giro di prostituzione e pedofilia che da anni è nel Parco Verde. Tanto che un magistrato, morto in un tragico incidente, il dottor Bisceglie, aveva già aperto una indagine. Dov’è finita la sua inchiesta? Dove sono finiti tutti gli elementi da lui acquisiti?».
Don Patriciello dice che la Meloni non andrà a Caivano per fare la passerella politica. Tu come interpreti le parole di questo sacerdote?
«Don Patriciello è un uomo solo, è un prete e deve fare il prete. Va bene che lui lanci moniti, va bene che lui faccia questa azione lodevole. Ma voglio ricordarti a don Patriciello che a Caivano è passato Conte, ci sono passati altri Ministri e, quindi, io vorrei dire a don Patriciello che va bene aver lanciato l’appello ma io la vedo più come una strumentalizzazione mediatica che una vera risoluzione. Capisco che non c'è una bacchetta magica ma perché dare clamore a una visita di un premier, oppure chiederlo, quasi per carità, quando poi sappiamo che a Caivano, dopo qualsiasi “passerella” politica tutto ritorna nell'abbandono totale. Don Patriciello è un uomo lasciato solo, che, comunque, nella sua energia si sostituisce a tanti ruoli dello Stato. In tutto questo non abbiamo sentito la voce del Prefetto, non abbiamo sentito la voce di un ministro dell'Interno. Capisco che l’invito di don Patriciello vuole essere anche un invito per cercare di risvegliare le coscienze ma sappiamo bene che alla marcia organizzata su quel territorio non c'erano neanche 200 persone».
Cosa significa?
«Che se nel Parco Verde, con più di cinquemila abitanti, partecipano 200 persone il problema non si risolve con l’arrivo della Meloni. Ci spieghi la premier come vuole bonificare, in un luogo dove non ci sono strutture sportive, non ci sono scuole adeguate, gli insegnanti hanno paura di lavorare, i servizi sociali sono latitanti. Cosa bonifichiamo? Non possiamo solo estirpare l'erba, quella che esce fuori dal terreno e lasciare le radici nel terreno. O prendiamo questo terreno e lo rivoltiamo una volta e per sempre oppure, ripeto, sarà l'ennesimo strappare qualche filo d'erba infestante per poi aspettare che rifiorisca di nuovo l'erba cattiva».
Il presidente della Regione De Luca ha affermato che a “Caivano c’è l’assedio, serve un anno di assedio militare”.
«Sono d’accordo, anche se certe volte mi vedo in disaccordo con il De Luca. È una giusta considerazione e, purtroppo, a Caivano c'è una guerra di camorra e lo Stato deve reagire. Non dimentichiamo, in passato le azioni che furono fatte da Carlo Alberto Dalla Chiesa che riuscì, in una determinata maniera, ad operare per sconfiggere il terrorismo. Caivano ha bisogno di un'azione forte e dura da parte dello Stato. Se a Caivano non si sradicano tutti i gruppi criminali, ma proprio il modus operandi criminale, quindi anche i collusi, chi mantiene la droga, chi mantiene le armi, chi permette ai latitanti di nascondersi presso abitazioni insospettabili, non cambierà nulla».
Ma per avere questo clamore mediatico devono accadere degli episodi drammatici?
«Questo è quello che mi collega all'inchiesta del magistrato Bisceglie. L'inchiesta del defunto Bisceglie non è andata avanti. Perché? Tutto si blocca e devono risuccedere certi fatti. Questo non è il primo il primo caso che succede a Caivano. In quel territorio esiste un giro di pedofilia e di prostituzione radicato in quei palazzi ed è, sicuramente, molto più accentuato. È molto più pericoloso perché ci sono progetti della camorra che imprimono, attraverso le minacce, il loro potere criminale. Bisogna capire che giro di volume criminale ci sta dietro a questa situazione. L'indagine del dottor Bisceglie, che può darsi sarà stata presa da qualche altro magistrato, giace in qualche cassetto? Che fine ha fatto? Dovevamo attendere l’ennesimo atto violento, l'ennesimo stupro,
l'ennesima violenza, per ritornare alla ribalta?
Lei che dice?
«Penso proprio di no. E poi non ci dimentichiamo una cosa fondamentale: si stanno chiudendo le caserme dei carabinieri, si stanno depotenziando i carabinieri. La nuova riforma Cartabia presenta delle storture. La gente sta perdendo sempre più fiducia nelle Istituzioni, si sente sempre più attaccata e non protetta. Quindi dove vogliamo andare? Vogliamo andare a combattere una guerra senza i soldati?».
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2023-08-31 12:39:23
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