“Lo scorso 2 novembre l’assessore barcellonese Angelita Pino ha fatto una diretta dal Cimitero di Barcellona in compagnia del suo consulente Scilipoti, per rendere omaggio ai barcellonesi illustri defunti e seppelliti a Barcellona. Una carrellata di nomi, alcuni a mio avviso discutibili, e ovviamente non una sillaba in merito a mio padre. Chiedo all’assessore Pino chi era mio padre secondo il suo giudizio, e vorrei sapere se il suo consulente Scilipoti è a titolo gratuito, dal momento che sul sito istituzionale del Comune di Barcellona non vi è traccia alcuna.
Considero una diretta social dal cimitero già di per sè di dubbio gusto, ma cercare di elevare ad un rango superiore persino i defunti, lo trovo di pessimo gusto. Siamo stanchi di vedere considerato nostro padre come una vittima di serie C…
Consiglio all’assessore Pino di leggere la poesia capolavoro del Principe Antonio De Curtis “A livella”. Magari mentre scrive la lettera con cui formalizza le sue dimissioni da assessore alla cultura del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto.
Nel frattempo la nostra famiglia chiederà l’autorizzazione a spostare la salma di nostro padre e chiediamo sin da subito al Sindaco di togliere la lapide alla memoria di mio padre sita in Via Marconi, nel cui spazio antistante negli anni passati era stato posizionato persino un cassonetto della nettezza urbana, e ormai da anni è utilizzato da un fruttivendolo per posteggiare il suo mezzo.
Il tempo della pazienza è finito, ognuno si assuma le proprie responsabilità.”
– scrive così nei suoi social la figlia, Sonia Alfano.
immagine presa dai social di Chicco Alfano
Il figlio, Chicco Alfano, invoca alle dimissioni di qualcuno:
“Sono quasi 31 anni che la memoria di nostro padre viene costantemente oltraggiata volontariamente. Qualcuno pensa che dobbiamo continuare a subire tutto ciò? Abbiamo sempre fatto finta di nulla perché sappiamo quanto nostro padre amasse la sua Barcellona ma adesso basta, questo suo viscerale amore per la sua città non è mai stato corrisposto.
Arrivati a questo punto le conclusioni più ovvie sono che chiederemo l’autorizzazione a portare via nostro padre in un’altra città, dove siamo certi sarà ben voluto e rispettato come chi ha sacrificato la propria vita per liberare questa terra dalla mafia. Nessuno pensi che possano bastare delle banali scuse.
Qualcuno dovrebbe dimettersi perché evidentemente incapace a ricoprire certi ruoli.”
Questo è quello che ha dovuto subire per l'ennesima volta la figura di Beppe Alfano, coraggioso giornalista ammazzato a soli 48 anni l'8 gennaio 1993, il giorno del suo 78esimo compleanno.
immagine presa dai social di Ismaele La Vardera
Il deputato e vicepresidente della commissione regionale antimafia, Ismaele La Vardera, commenta così l'accaduto:
“Necessario un gesto riparatorio. Durante la diretta al cimitero l'assessora alla cultura ha deciso di non nominare Beppe Alfano come vittima illustre. Non posso che essere con la famiglia quando dice di voler spostare la salma.”
– riporta Messina Today –
“Beppe, grande giornalista del passato, è stato ucciso dalla mafia e non si può dimenticare. Chiedo, da vicepresidente della commissione antimafia all'Ars, che il sindaco Calabrò intervenga immediatamente e che faccia le sue scuse alla famiglia. Necessario un gesto pubblico riparatorio per colmare un'incomprensibile dimenticanza. Vorrei inoltre ricordare al primo cittadino che qualunque cosa faccia la sua giunta, anche lui ne è responsabile.
Voglio sperare che si sia trattato solo di una clamorosa gaffe e invito Calabrò a portare un fiore sulla tomba di Beppe Alfano, assieme alla famiglia. Forse solo così si potrà evitare che la salma venga spostata, come giustamente hanno richiesto i familiari.”
foto di S. F.
Sull'archiviazione del gip, avvenuta circa un mese fa, Sonia Alfano commentava così ai giornalisti di ANTIMAFIADuemila:
“Così non si mette una pietra, ma una cava di pietre sopra la ricerca della verità. Io ho finito la pazienza in questo senso. In tutti questi anni è sempre stata la famiglia, tramite il nostro legale, a portare alla luce quegli elementi per poter andare ulteriormente avanti.
Troppo a lungo si è cercato di nascondere ed occultare la verità. In questi ultimi trent'anni cosa ha fatto la Procura sul piano investigativo? Leggendo le motivazioni con cui si arriva a questa nuova archiviazione provo tanta rabbia. Perché c'è una fortissima tendenza a sminuire fatti e prove. Forse si dovrebbe avere la decenza di dire chiaro che il rischio con l'omicidio Alfano è quello di toccare i fili dell'alta tensione che non si vogliono toccare.
Senza nascondersi dietro al rischio che, andando in dibattimento, si possa arrivare ad un'assoluzione. Alcune considerazioni sono a mio avviso imbarazzanti. Penso ad esempio a quando si afferma che 'tutti i revolver a tamburo prodotti dalla North American Arms presentano una canna fissa: pertanto, appare verosimile escludere che qualsivoglia pistola North American Arms calibro 22 LR possa essere stata conformata, adattata o modificata per alterare le impronte di classe della canna originaria, in quanto tale azione avrebbe comportato una complessa operazione concreta'.
Quindi secondo loro la stessa famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto, che ha portato il carico esplosivo per la strage di Capaci, non poteva avere questa competenza o questa capacità? Come fanno ad escluderlo in maniera categorica? Io pretendo che si vada a fondo delle questioni e lo stesso dovrebbe fare chi è proposto all'accertamento dei fatti e della verità. Ancora aspetto di essere chiamata per un confronto con Olindo Canali, che invece mi era stato assicurato. Noi familiari continueremo a batterci per la verità.
Quindi si dovranno mettere l'anima in pace gli esecutori, i mandanti, i colletti bianchi, grigi o neri che siano. E lo sappia anche la Procura.”
immagine di copertina presa dal web
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2023-11-18 11:53:36
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