In un'ombra profonda, tra le pagine nere del passato, si disegna un orrore che la storia ha segnato. Il nazismo, un incubo infausto che ha sconvolto la terra, dove il buio ha piovuto come piombo sulla guerra.
Nelle notti senza luna, sotto un cielo sordo al pianto, la crudeltà ha danzato come un macabro incanto. Il massacro degli ebrei, un lamento senza fine, tra le mura di Auschwitz, in ogni fiamma maligne.
I cuori di famiglie spezzati, dispersi nel vento gelido, mentre l'odio seminava morte, un frutto proibito. I nomi cancellati, le identità violate, in quel terribile silenzio, la speranza stava morendo.
Nei lager come sepolcri di una umanità svanita, i corpi e le anime si univano in una triste sinfonia. Là dove le stelle erano confinate in un cielo di filo spinato, si scriveva una tragedia, un'opera senza autore amato.
Ma anche nell'abisso dell'orrore, sorgeva la resistenza, come un fiore selvatico in mezzo alla desolazione. Là dove il male regnava, germogliava la forza dell'umano, nell'ardente desiderio di riscatto e redenzione.
Oggi, nell'eco di quei giorni oscuri, il ricordo è un imperativo, perché la memoria ci guidi lontano dal precipizio. Nella poesia del dolore, nel canto della speranza, sia scolpita la promessa di un mondo senza più bilancia.
Che la luce della verità dissolva ogni nebbia d'inganno, e che il rispetto per la vita diventi il nostro comandamento. In questa poesia del ricordo, nel riverbero dell'umanità, che mai più si aprano le porte all'orrore della brutalità.
pdc
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2024-01-26 08:28:50
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