Viviamo nell'era della comunicazione globale e, in apparenza, ciò è un fatto positivo. Ma non credo sia così.
La domanda riguarda la qualità della comunicazione.
In realtà abbiamo un numero crescente di informazioni che vengono diffuse in maniera caotica, quasi compulsiva, che talora distraggono, e che ai più non consentono una valutazione critica.
Ma informare non vuol dire comunicare.
Nella vita di ciascuno vi sono esperienze fondamentali che consentono di conoscere chi siamo e cosa sono gli altri.
Sono esperienze radicate dentro di noi e che ci consentono di avvicinarci alla profondità della condizione umana.
Ne deriva che si comunica veramente quando si entra in relazione con sé stessi e con gli altri; quando si trasmettono esperienze e conoscenze personali; quando si esce da sé stessi e ci si immedesima nella vita interiore di un altro da noi, nei suoi pensieri e nelle sue emozioni.
Si comunica quando il nostro "io" si confronta alla pari con un "tu" e diventa un "noi".
Allora si entra in una nuova dimensione dalla quale si esce cambiati, e non si è più quelli di prima.
È una sorta di "osmósi" reciproca che coinvolge il cuore e l'intelletto.
Comunicare è crescere assieme. Proviamo a vivere così i rapporti affettivi e di amicizia, e anche quelli all' interno delle istituzioni formative come la scuola.
Possiamo cambiare il mondo!
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2024-03-27 12:19:53
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