Il Premio letterario giornalistico “Piersanti Mattarella” è arrivato nel capoluogo pentro. L’ambizioso riconoscimento nazionale, intitolato al fratello del Presidente della Repubblica (ucciso da Cosa nostra a Palermo nel 1980), giunto all’ottava edizione, è stato vinto dal giornalista e scrittore Paolo De Chiara, autore del libro inchiesta “Una vita contro la camorra”.
L’opera dell’autore isernino, edito da Bonfirraro, narra la storia vera di un Testimone di Giustizia italiano che – con coraggio – ha denunciato gli appalti pubblici dati in affidamento alla camorra. Ponti, cavalcavia, caselli autostradali costruiti con materiale scadente dal crimine organizzato. La storia documentata narrata nel libro si lega anche al Molise, dove il Testimone ha denunciato un appalto presso il Carcere di Larino bloccato dopo la sua precisa segnalazione. Le denunce hanno coinvolto l’intero territorio nazionale: da Salerno a Firenze, da Palmi fino a Trento. Gravi anomalie, materiale scadente, corruzione, impiego di soldi sporchi della camorra, appalti, opere pubbliche.
“Accertammo – dichiarò il magistrato Cantelmo, dopo la strage del viadotto di Acqualonga del 2013 – che i chiodi che bloccavano le barriere laterali (dei viadotti autostradali) erano completamente corrosi dalla ruggine. I chiodi arrugginiti. Nulla di improponibile alla tecnica e, penso, neanche di eccessivamente costoso. Disattenzione, colpevole negligenza. Totale disprezzo dei doveri. Quella sciagura era evitabile. Le responsabilità precise”.
Una denuncia contenuta nel libro di De Chiara circostanziata sulla situazione vissuta da una persona perbene che ha perso ogni cosa per far emergere le storture di un sistema incancrenito. Il libro accende i riflettori anche sulla condizione dei Testimoni di Giustizia italiani, utilizzati e poi abbandonati da alcune Istituzioni poco attente. Un sistema di protezione che funziona a corrente alternata sulle spalle di chi ha deciso di non girare la testa dall’altra parte.
Una “Vita contro la camorra” di Paolo De Chiara è stato selezionato dalla Giuria tra 218 libri, divisi per sezione: poesia, narrativa e inchiesta. La premiazione si è svolta a Roma lo scorso 30 novembre, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio. L’evento è stato patrocinato dal Ministero dei Beni Culturali, dal Comune di Roma, dall’Università La Sapienza, dall’Osservatorio tecnico scientifico per la sicurezza, la legalità e la lotta alla corruzione della Regione Lazio e da Lazio Crea della Regione Lazio. La premiazione è stata anticipata dal convegno “Il recupero del senso del dovere”, dove hanno partecipato la presidente della commissione parlamentare antimafia, On. Chiara Colosimo; l’assessore alla cultura del Comune di Roma, Massimiliano Smeriglio; l’agente sopravvissuto alla strage di Capaci, Giuseppe Costanza.
“Dedico il Premio – ha affermato lo scrittore e giornalista molisano Paolo De Chiara – a tutti i Testimoni di Giustizia italiani. Senza dimenticare una donna Testimone, Lea Garofalo, massacrata 15 anni fa a Milano dalla schifosa ‘ndrangheta”.
Paolo De Chiara si è aggiudicato il Premio Mattarella
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