Si è risolta pochi giorni fa, presso la sede del consiglio regionale a Campobasso, l’ennesima vertenza relativa ai licenziamenti dello stabilimento termolese della multinazionale Vibac. L’esito? Scontato, decine di lavoratori mandati a casa! Quello che colpisce, tuttavia, è il ciclico riproporsi del modus operandi dell’azienda piemontese che opera in Molise dal 1990. Da due decadi, infatti, si registra sempre la stessa situazione: “il mercato è in crisi, non reggiamo i costi, dovete andare a casa”, dice l’azienda! Si minacciano tagli enormi nel personale, si intascano finanziamenti pubblici, si fa vedere che si tratta e poi tutto si risolve con “solo pochi licenziamenti”, facendo pure bella figura agli occhi di chi vuol abboccare a tali pantomime! Ma tali giochetti, che tanto caro costano agli operai, ormai non incantano più nessuno!
Che questo sarebbe stato l’esito finale, lo si era capito dall’estate scorsa con l’apertura della “crisi”: azienda che tratta con sindacati e istituzioni, seri rischi per oltre cento lavoratori, tavoli e controtavoli, attivazione della cassa integrazione per sei mesi e ora, dopo “estenuanti trattative”, a dire addio al posto di lavoro saranno “solo” 43 persone! Ma ci rendiamo conto che dietro quel numero ci sono lavoratori, le loro famiglie, tante storie di piccole e grandi sacrifici per tirare avanti? Ed ora che ne sarà di loro? Perché in questi mesi le parti coinvolte non hanno presentato un progetto di rilancio industriale o capire come trovare nuovi sbocchi per mantenere i livelli di occupazione? Per non dire poi dei soliti giochi di supporto, prassi comune nel capitalismo italiano, di fermare la produzione ora a Termoli, ora a Viggiano o a L’Aquila per cercare di scucire fondi pubblici (che poi, bene o male, arrivano sempre, e cosa ne vien fatto? Un po’ di cassa integrazione, qualche taglio al personale e la giostra riparte!).
Ma si può andare avanti così? I nostri partiti, esprimendo vicinanza e solidarietà ai 43 licenziati e condividendo la scelta della Filctem-Cgil di non firmare l’accordo, ribadiscono: per difendere il lavoro in Molise è necessaria una presa di coscienza delle lavoratrici e dei lavoratori, legare le lotte
operaie sulle e dalle questioni locali fino alle rivendicazioni più generali, a partire dalla nazionalizzazione senza indennizzo e sotto il controllo operaio, delle aziende che licenziano.
Coordinamento delle Sinistre di Opposizione – Molise
Vertenza Vibac Termoli: la FILCTEM-CGIL Molise non firma l’accordo sui licenziamenti
Una decisione in linea con le motivazioni, già denunciate ed alla base della non sottoscrizione della cassa integrazione straordinaria...
Giuseppe Tarantino: «Purtroppo la malavita e la politica giocano sulla precarietà di tutti i lavoratori e i cittadini»
Già segretario regionale della FIOM Molise, Giuseppe Tarantino è intervenuto, durante la premiazione come Testimone del nostro tempo, per parlare...
Giuseppe Tarantino: «La storia di Lea Garofalo è un esempio rispetto a tanti Testimoni di Giustizia»
“La giornata mi ha portato una forte emozione e un carico rispetto alla responsabilità del lavoro della quale mi...
Il LAVORO non è una merce
Il lavoro è legato, in maniera indissolubile, alla persona, alla sua dignità, alla sua dimensione sociale, al contributo che...