Nell’ottava puntata di “30 minuti con…“, il format di approfondimento ideato e condotto dal giornalista Paolo De Chiara, è intervenuta Marisa Garofalo, sorella di Lea Garofalo, la testimone di giustizia uccisa dalla ‘ndrangheta.
Una testimonianza forte, amara, coraggiosa, che denuncia l’abbandono istituzionale e il silenzio verso chi sceglie la legalità.
Durante l’incontro, trasmesso in diretta su TikTok e disponibile su YouTube, Spotify e WordNews.it, si è parlato apertamente di ipocrisia politica, mafie, memoria, disillusione giovanile e genocidio in Palestina. Marisa non ha risparmiato critiche: “Nessun sostegno reale a chi denuncia. Il sistema è fuffa”.
Un passaggio toccante è dedicato alla formazione politica, assente tra i giovani, e alla necessità di scuole di educazione civica e democratica. “Quando ci allontaniamo dalla politica – ha detto De Chiara – lasciamo spazio a personaggi che poi vengono pure condannati per concorso esterno in associazione mafiosa, eppure restano sulla scena”.
Il dialogo si è poi soffermato sul referendum 2025, richiamando l’importanza del voto: “Nel referendum siamo noi a decidere. Non deleghiamo. Votare è resistenza”. E, infine, un appello vibrante contro il genocidio palestinese, ignorato dalla politica italiana: “Oltre 20.000 bambini uccisi. È una carneficina nel silenzio colpevole dei governi”.
In studio anche Antonino Schilirò, valido collaboratore della testata online WordNews.it
Lunedì 26 maggio 2025, ore 21.00, Augusto Di Meo, testimone oculare dell’omicidio di don Peppe Diana, sarà ospite per raccontare la sua verità.
Un altro tassello fondamentale del nostro tempo.
Perché la memoria non è un lusso, è un dovere civile.
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