A Somma Vesuviana, la piaga dello spaccio di cocaina continua a distruggere vite e comunità. Nonostante gli arresti e le numerose operazioni delle forze dell’ordine, le piazze di spaccio restano operative, alimentate da interessi criminali che vanno ben oltre il semplice profitto.
Gli arresti degli ultimi anni hanno colpito i vertici della camorra locale, ma non ne hanno disarticolato il potere. Il traffico di droga a Somma Vesuviana è diventato un sistema autogenerante, spinto dalla necessità di finanziare la cassa del clan, pagare gli avvocati, sostenere i detenuti e mantenere le famiglie coinvolte.
Chi comanda oggi le redini di questo business mortale? I clan al comando: Correale, De Bernardo, La Vecchia e Bova.
In prima linea troviamo i 22 fedelissimi di Correale Clemente e i membri della famiglia De Bernardo, già noti alle cronache giudiziarie. Da anni, il clan La Vecchia controlla le piazze di spaccio del Parco Fiordaliso e di Piazza Vittorio Emanuele III.
Ma a spiccare per organizzazione e spietatezza è il sodalizio criminale dei Bova, una famiglia che ha messo in piedi una vera e propria impresa del narcotraffico. Dall’importazione alla preparazione, dal trasporto alla vendita al dettaglio, i Bova gestiscono l’intera filiera.
A capo dell’organizzazione spicca Nadia Bova, figura dominante dello spaccio locale, già arrestata più volte per traffico di stupefacenti. A lei si affianca la sorella Rosa Bova, che, pur essendo ai domiciliari, mantiene i contatti con il mondo della droga. Anche Anna Bova, seppur con un ruolo secondario, risulta coinvolta.
Il braccio destro di Nadia è il compagno Perillo, conosciuto come “10 chili”, pregiudicato e violento. Il suo compito? Punizioni, minacce, spedizioni armate. Il gruppo non si fa scrupoli: dispone di armi e non esita a usarle.
Lo spaccio non è solo una questione criminale: è una tragedia sociale. Famiglie distrutte, minori coinvolti, automobilisti sotto effetto di sostanze diventano bombe a orologeria. Crescono le violenze in casa, i furti, persino la prostituzione per acquistare una dose.
A Somma Vesuviana, tutti sanno chi spaccia e dove. Il silenzio, però, è diventato una complicità. E chi parla, spesso, lo fa a voce bassa per paura.
Le piazze di spaccio note a tutti sono disseminate nel cuore della città:
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Via Milano
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Zona Circumvesuviana
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Via Aldo Moro (dietro il liceo)
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Via San Giovanni De Matha
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Via Mercato Vecchio
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Santa Maria a Castello
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Piazza Vittorio Emanuele III
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Borgo Casamale
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Via Vignariello
Chi abita in queste aree è prigioniero del viavai di tossicodipendenti e pusher. Una quotidianità scandita da paura e rassegnazione.
Un silenzio istituzionale assordante
Nonostante numerosi appelli all’assessore alla legalità e al sindaco Salvatore Di Sarno, nessuna azione concreta è stata messa in campo. Nessuna campagna di sensibilizzazione, nessun progetto educativo nelle scuole, nessun presidio sociale permanente.
A dominare è solo il silenzio. E, come la storia ci insegna, il silenzio è mafia.
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