Nel cuore di Somma Vesuviana, la camorra continua a tessere le sue trame, e la famiglia Bova, nonostante le recenti difficoltà legali, non sembra aver perso il controllo. Rosa Bova, attualmente agli arresti domiciliari a Pollena, con il supporto di un noto pregiudicato, un certo R. G., continua a gestire il traffico di droga attraverso una rete di fidati, tra cui la sorella Nadia e i più stretti collaboratori.
Nonostante le forze dell’ordine e i media abbiano acceso i riflettori sul sistema Bova, affiliati al clan Correale-De Bernardo, i piani della famiglia sembrano ancora sfuggire al controllo totale.
La gestione delle piazze di spaccio non si è mai fermata.
Adesso il capo è la sorella Nadia; Rosa dagli arresti domiciliari ha lanciato un messaggio inquietante:
“Non girare troppo per Somma e non dare nell’occhio, perché ci sono i cornuti ricchioni che subito scrivono su Facebook“.
Escono gli articoli e li leggono le guardie. La paura di essere osservata si mescola con una costante sfida alla giustizia. La camorra, nelle sue forme più crudeli e spietate, non solo controlla il traffico di cocaina, ma minaccia anche chi cerca di opporsi, con la chiara intenzione di isolarsi dalle autorità.
I Bova hanno una grande disponibilità economica ma sono pronte anche a fare violenza a chi si oppone o chi denuncia e sono già sotto processo anche per violenza aggravata in concorso.
“State attenti a mettere i video su TikTok”, dice Rosa, suggerendo di cambiare le location per le operazioni di spaccio e confermando la sua forza nonostante le circostanze. La Bova, con un tono provocatorio, conclude: “Ve lo ha messo nel culo, che avete fatto tanti articoli, ma alla fine io non sto in carcere”.
Il panorama che emerge dalle parole di Rosa Bova è quello di una criminalità che si evolve e si adatta, sfruttando i social media e le nuove tecnologie per mantenere il controllo su un territorio sempre più vigilato. Un sistema che, purtroppo, trova ancora spazio per prosperare nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine e le denunce della società civile.
Questa è solo una parte della storia delle sorelle Bova, un racconto che continua a far tremare Somma Vesuviana, dove la camorra e la paura sembrano ancora dominare.
Le indagini e le denunce continuano, ma la lotta per la giustizia in questo angolo di Campania è lontana dall’essere vinta.
Nel frattempo un esercito di minorenni è già alle dipendenze dei Clan di camorra.
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