Le polemiche non si placano, non si possono placare. Le decisioni ufficiali non arrivano e i sindacati hanno preso una posizione netta e dura nei confronti di Aziende sorde alle richieste dei lavoratori.
L’esecutivo nazionale Slai Cobas, con una nota, ha intimato a Fca/CNHI e al premier Conte «l’immediata fermata impiantistica e produttiva degli stabilimenti ad oggi impossibilitati a garantire la necessaria ed urgente sicurezza sanitaria sul lavoro e quella territoriale». Mara Malavenda, dell’esecutivo nazionale, afferma: «Ci auguriamo che il presidente del Consiglio dimostri nei confronti dei lavoratori esposti con le loro famiglie a rischio contagio la stessa solerzia messa in atto alla prima comparsa del virus in Italia col sostanziale svuotamento del Parlamento e la rarefazione dei lavori in Aula ridotti ad un solo giorno settimanale e con un ristrettissimo numero di parlamentari. Lo invitiamo fermamente a non lavarsi le mani nei confronti dei lavoratori».
La diffida riguarda anche la tutela dei lavoratori della Sevel, «considerato l’elevato numero di operai ed impiegati presenti nel sito produttivo – scrive Giordano Spoltore, coordinatore provinciale di Chieti -, nonché l’evolversi della situazione epidemiologica, l’incremento dei casi sul territorio nazionale ed il carattere particolarmente contagioso del corona virus».
La richiesta è sempre la stessa, da diversi giorni: l’immediata fermata degli impianti, «in attesa della predisposizione di adeguate misure tecniche di prevenzione epidemiologica e di sanificazione degli ambienti».
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2020-03-13 19:45:56
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