In questo momento delicato della situazione in Molise, una voce di speranza è sempre molto gradita. Abbiamo contattato il direttore amministrativo della Fisiomedica Loretana di Toro (CB), Adriano Giacci, per capire cosa sta accadendo nella struttura molisana. La struttura accoglie molti pazienti con varie problematiche.
La sanificazione l’avete fatta solo in questo momento oppure da molto tempo?
«Forse siamo stati tra i primi a capire l’importanza di una sanificazione efficace, sono infatti già circa 3 anni che la nostra ditta usa macchinari che producono ozono».
E perché ci tieni a precisare questa cosa?”
«Parto da lontano per rispondere a questa domanda: il Ministero della Sanità con protocollo del 31 Luglio 1996 n° 24482, ha riconosciuto l'utilizzo dell'ozono nel trattamento dell'aria e dell'acqua, come presidio naturale per la sterilizzazione di ambienti contaminati da batteri, virus, spore, muffe ed acari eccetera. Questo ci ha fatto riflettere e, soprattutto, documentare. Con la sanificazione con ozono si mette in pratica un procedimento evitando l’utilizzo di sostanze chimica per rendere sanificati gli ambienti. L'ozono, infatti, ha un notevole potere ossidante e disinfettante per cui, quando entra in contatto con una qualunque materia organica, innesca una reazione di ossidazione che uccide immediatamente batteri, virus, acari, microrganismi di qualunque tipo, muffe e funghi, mentre, le molecole degli odori, vengono ossidate eliminandone il carattere sgradevole».
E' stata determinante per la notizia dei tamponi negativi?
«Sicuramente questo tipo di sanificazione ha aiutato moltissimo, ma non dobbiamo dimenticare la cura e la dedizione del nostro personale che ha sempre preso e messo in atto le dovute precauzioni per evitare qualsiasi tipo di rischio. Questo va dall’utilizzo di mascherine, guanti, camici e, soprattutto, la buona educazione».
In che senso?
«In questo momento storico, le buone maniere non devono essere prese sotto gamba. Le buone maniere intese come usare il cervello prima di compiere azioni, di fare gesti, di fare qualsiasi cosa e tutelare in primis i pazienti e poi loro stessi. Il nostro personale è stato da sempre accorto alla cura dei particolari, anche e soprattutto, in famiglia. Sì, perché la famiglia dei nostri dipendenti è stata messa a dura prova da questa situazione. Senza un lavoro di squadra, di testa, di cuore, non si possono vincere battaglie come questa».
La Fisiomedica pensa a questo aspetto anche con i pazienti?
«Assolutamente sì. Noi siamo una famiglia allargata, perché chiunque si trova nella nostra struttura deve trovare un ambiente accogliente, diverso dagli altri, unico, come se stessa a casa. Sappiamo che non potrà sostituire la propria casa, ma le attenzioni, la corrispondenza con i familiari, i piccoli gesti, anche un semplice sorriso, un gesto, sono un aspetto naturale proprio per cercare di rendere meno gravosa la degenza. Il nostro servizio cerca sempre di sensibilizzare i familiari a rendersi disponibile nelle fasi educative e riabilitative sia per quando sono nella nostra struttura e sia quando torneranno a casa».
Ora è il tempo giusto per fare le nostre scelte, per educarci ad essere responsabili e a non mettere in pericolo gli altri. Solo così riusciremo a superare questo momento delicato.
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2020-05-12 16:30:39
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