Il nostro Paese attraversa una fase particolarmente difficile. Prevalgono odio, violenza verbale e talora fisica, superficialità, disinformazione.
Avverto una sorta di involuzione antropologica e culturale.
In tale contesto il popolo diventa facile preda di demagoghi e ciarlatani. I processi formativi sono carenti e basso il livello di consapevolezza.
Tra coloro che dovrebbero e potrebbero fornire un contributo per la emancipazione collettiva vi sono i giornalisti e gli intellettuali.
Ma costoro, secondo una lunga tradizione italica, si rapportano al potere come al proprio materasso.
Conoscono un solo monosillabo: SI!
Vi sono, certo, alcune eccezioni; ma queste confermano la regola.
Ne consegue che la capacità di analisi e lo spirito critico risultano ampiamente assenti. Si rimane prigionieri di rappresentazioni scintillanti, quanto distorte.
Ciò che conta è il turbinio della scena.
La presenza degli spettatori non conta: lo spettacolo va avanti da solo. Dietro la quinte, tuttavia, opera un'attenta regia.
La partecipazione democratica è sempre più inerte.
Il filosofo Kant definiva tale inerzia come "ragion pigra", nel senso di "ogni principio il quale porti a considerare come assolutamente compiuta la propria ricerca sicché la ragione si metta tranquilla come se abbia pienamente terminato il suo compito".
Occorre recuperare la dignità e il coraggio di chiudere il sipario attuale, per poi riaprirlo sull'autentico spettacolo del mondo!
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2020-11-28 18:16:30
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