Una fiction televisiva ha riacceso i riflettori sulla drammatica questione ambientale di Taranto. Si racconta la storia di una famiglia che vive la malattia della figlia,una grave patologia causata dall’esposizione ai veleni immessi nell'aria da un sito siderurgico: è la storia di Taranto e di molte altre realtà italiana. L’economia e il profitto hanno la precedenza su tutela della salute e rispetto dell'ambiente, chi difende i cittadini da tutto questo?
«Il profitto è il fine di chi investe denaro suo o di altri. Da noi è esaltato a valore. Le conseguenze sono che si possono perforare montagne cariche di amianto in Val di Susa, si possono liberare scorie di lavorazione e polveri tossiche a Taranto, senza conseguenze penali e neanche produttive. Si tratta di crimini contro la popolazione civile, crimini di guerra in tempo di pace. A difesa dei cittadini può sorgere qualche giornalista degno del nome, che svolge la sua inchiesta di denuncia, qualche magistrato isolato che avvia procedimenti. Si tratta di eccezioni. Spetta alla comunità riunire le proprie fibre, costituirsi in assemblea, stabilire azioni di pubblica e legittima difesa. Senza una coscienza civica a reagire, gli organi preposti lasciano correre. In Val di Susa, a Taranto esiste questa voce, è forte e non si fa ammutolire.»
I cittadini di Taranto, varie associazioni e comitati da decenni chiedono aiuto alle istituzioni locali e nazionali per porre fine a questa drammatica situazione. Tantissimi sono i malati e le vittime per malattie oncologiche e respiratorie legate all'ambiente insalubre che rende la città uno dei siti più inquinati del paese,altissimo il numero dei bambini. Il diritto fondamentale alla salute, tutelato dalla Costituzione italiana, viene assolutamente calpestato nonostante sia tutto scientificamente dimostrato. La politica ha perso definitivamente il proprio ruolo per favorire il profitto e gli interessi di multinazionali spesso senza scrupoli?
«La politica è diventata e si è ridotta a braccio esecutivo dell’economia. Abbiamo eletto a capo di governo un imprenditore di canali televisivi, abbiamo eletto a presidente di repubblica ex governatori della Banca nazionale. Abbiamo idolatrato il denaro e le sue leggi. La Costituzione è stata aggirata da missioni di guerra spacciate spudoratamente da interventi di pace. Abbiamo tollerato. La classe politica non è stata peggiore del suo elettorato. Oggi abbiamo una situazione sospesa e sperimentale: per la prima volta l’economia non è alla guida delle scelte, perché l’epidemia l’ha provvisoriamente accantonata mettendo i medici a capo delle scelte. Per la prima volta il potere esecutivo si è occupato, si è dovuto occupare, della salute pubblica dando precedenza alle misure di contenimento. È un ribaltamento che giova alla causa di Taranto, ne rende più bruciante la ferita. L’ILVA ha dimostrato di non essere in grado di abitare in quel luogo, di non essere degna. La città da cui vengo, Napoli, aveva una siderurgia a Bagnoli, liquidata. Non per questo la città è crollata o fallita. Oggi esistono tutti gli accorgimenti per riconvertire in altre opportunità la manodopera, senza mandarla sul lastrico. Io vedo, non sogno, vedo la liberazione di Taranto dalla oppressione della siderurgia.»
Il lavoro dovrebbe svolgersi in sicurezza e nel rispetto della dignità del lavoratore, ma troppo spesso in questo paese le condizioni dei lavoratori sono tali da far pensare ad una moderna “schiavitù”: come siamo arrivati a tutto questo?
«Accettiamo che ogni anno più di mille lavoratori muoiano durante il loro turno e decine di migliaia siano feriti gravemente. Ho fatto per circa venti anni il mestiere di operaio, ho conosciuto le più disparate condizioni, dalle pessime alle decenti. La differenza non è accidentale, ma effetto di due cause: la forza di far valere il proprio diritto all’integrità fisica e al rispetto da parte delle maestranze solidali, e dall’altra parte la buona gestione di una proprietà cosciente di dovere il suo successo alle forze di lavoro impiegate.»
Due operai dell’Ilva hanno condiviso su Facebook un post nel quale invitavano a seguire la fiction con Sabrina Ferilli (prodotta da Simona izzo e Ricky Tognazzi). La gestione ArcelorMittal ha trovato quelle dichiarazioni offensive nei confronti dell'azienda, tanto da sospendere i due lavoratori, uno dei quali è stato licenziato.
La dirigenza della multinazionale accusa gli operai di aver inficiato il rapporto fiduciario che deve esistere alla base di un rapporto di lavoro. Le chiedo: non trova esagerato il provvedimento e lesivo del diritto riconosciuto dall’articolo 21 della Costituzione che riconosce a tutti i cittadini di manifestare liberamente il proprio pensiero?
«Quella dirigenza osa pronunciare la parola fiducia, pretendere rapporto fiduciario, ma intende invece il rapporto che intercorre tra tiranno e sudditi. Non mi faccia esprimere la collera che nel mio caso affiorerebbe con roventi formule dialettali.»
Aiuti di Stato: questa è la parola chiave che da anni accompagna la storia di moltissime aziende italiane. Denaro pubblico che va a rifocillare le casse private di soggetti imprenditoriali e di multinazionali che, al bisogno, chiudono e delocalizzano senza troppe giustificazioni. Non si potrebbe investire in maniera più proficua il “nostro” denaro? Ci siamo spinti “oltre” con una produzione eccessiva, con una corsa estenuante al profitto, provocando la distruzione del territorio, l'avvelenamento delle acque, rendendo l’aria irrespirabile. La natura ci sta inviando segnali forti. La pandemia ci ha costretto a frenare e in questi mesi di fermata obbligata, nelle realtà più inquinate, i dati registrano un netto miglioramento. Una lezione di vita importantissima, riusciremo a farne tesoro?
«Le grandi lavorazioni si spostano in altre aree del mondo, da noi si trascinano per inerzia e incapacità di intendere e volere da parte delle responsabilità pubbliche. Sono destinate all’estinzione. Taranto presto o tardi riavrà il suo mare, risorgerà con l’economia del risanamento. Ritornerà la bellezza, che non è decorazione ma forza di natura che preme per riprendersi i suoi spazi. È bastato un solo anno di diminuzione della nostra pressione sull’ambiente per vederlo reagire, rianimarsi, respirare. È una lezione che già ha trasformato diversi comportamenti. È una lezione che ha già avviato aggiustamenti virtuosi. Non si tornerà a prima: qualcosa di irreversibile è accaduto e noi siamo già un popolo diverso.»
WORDNEWS.IT © Riproduzione vietata
LEGGI ANCHE:
- Taranto: «i bambini sono vittime innocenti»
- Il dramma di Taranto riguarda tutti noi
- Video intervista all'operaio di Taranto licenziato
- Ex Ilva. Per il sindacalista: «esiste un clima di terrore all’interno della fabbrica»
- Vietato contestare: accade all'acciaieria di Taranto
- Taranto, esplosione all'ex Ilva: «Abbiamo evitato la strage»
- Taranto: il bavaglio ai lavoratori
– Ex Ilva, il TAR si pronuncia: «Impianti spenti entro 60 giorni in quanto fonte di emissioni»
- Taranto, una bara bianca per Federica
- L'ennesimo accordo fra lo Stato e ArcelorMittal che fa tremare Taranto
- Taranto avvelenata. Massimo Wertmuller: «alla politica manca una visione a lungo termine»
- Taranto, le lacrime dei bambini pesano più della Terra intera
- Taranto, non ci sono dubbi, è stata venduta alla grande industria
uploads/images/image_750x422_6079f06e73324.jpg
2021-04-17 16:50:51
11