Il DDl Zan sta veramente portando scompiglio e accade allora, che in ogni angolo del paese, la discussione e le prese di posizione sul disegno di legge contro omotransfobia, misoginia e abilismo accendano gli animi.
E’ accaduto anche a Marsciano, comune umbro in provincia di Perugia, dove addirittura l'aula del consiglio comunale è stata occupata proprio per protesta. Alla testa di questa simbolica occupazione lo stesso sindaco di Marsciano, l’avv. Francesca Mele esponente della Lega che, insieme ad alcuni consiglieri di maggioranza e esponenti della giunta, si è fatta immortalare da fotografi e giornalisti durante la protesta.
L'abbiamo raggiunta al telefono.
Sindaco Mele può spiegare questa manifestazione contro il Ddl Zan fin dentro il consiglio comunale addirittura il giorno del 25 aprile, data della Liberazione?
«Nessuna manifestazione e non era in quella data, ma qualche giorno prima; abbiamo scattato alcune fotografie che poi, accompagnate da un comunicato stampa, sono state fatte uscire il 25 aprile.»
Può spiegarci come mai tanta avversione verso questo disegno di legge e perché così tante titubanze: cosa non la convince?
«Non è una tanto una questione di avversione, io insieme ad alcuni assesori e consiglieri, abbiamo approfondito il discorso e la struttura del ddl Zan e riteniamo che sia una norma sovrabbondante in quanto il nostro sistema giuridico, il codice penale e alcune leggi speciali, già prevedono altre forme di tutela nei riguardi delle minoranze e di ipotetiche situazioni di discriminazione. Questa è una norma ideologica costruita a tavolino per creare una sorta di bavaglio ideologico a chi porta avanti le proprie idee in tranquillità e nel rispetto: come noi la pensano molte altre forze politiche non necessariamente allineate a destra, perché ci sono voci critiche che si alzano anche tra opinionisti, giornalisti, esponenti di sinistra e del mondo dell’omosessualità. E’ una norma costruita male e pensata peggio: si attribuisce una sanzione penale a condotte collegate alla percezione di sé che non è una categoria giuridica e,aggiungo da avvocato, una norma così mal concepita si presterebbe a storture. Per tutte queste ragioni abbiamo pensato che fosse importante dare un segnale di consapevolezza.»
Lei parla di una legge inutile e che si andrebbe a sovrapporre a normative già esistenti. Ma il Ddl Zan chiede una estensione della legge Mancino a determinate categorie attualmente scoperte di tutela.
«No, non è una estensione, in quanto introduce tutta una serie di reati di opinione e di qualificazioni pseudo-giuridiche come l’identità di genere che non è una categoria giuridica,ma è semplicemente una percezione di sé che si presterebbe anche a storture e difficoltà interpretative lasciate all’arbitrio del magistrato chiamato a giudicare una persona che potrebbe essere accusata di comportamento discriminatorio nei confronti di chi si percepisce appartenente ad un genere piuttosto che a un altro. E’ evidente che questo non da né certezza del diritto, né certezza di tutela: una normativa che ha conseguenze di carattere penale anche molto pesanti perché si arriva ad un massimo di 6 anni di reclusione.»
Ma in questo disegno di legge si cerca di prevenire e punire i reati di odio e viene ribadito fermamente dai firmatari, ed è chiaramente scritto nel testo, che non si andranno a colpire i reati di opinione: chi è contrario alle coppie omosessuali,ai matrimoni gay o alle adozioni potrà continuare a dirlo senza alcun problema; discorso diverso è l’istigazione a commettere reati o violenza. Perché affermare il contrario?
«L’istigazione è correlata sull’identità di genere che è una categoria totalmente astratta.»
Lei la qualifica astratta, ma questa percezione esiste per tantissime persone, una percezione del sè che distingue il genere dal sesso biologico, come la risolviamo?
«Dal mio punto di vista non esiste: l’identità o è quella anagrafica o quella accertata con determinate metodologie, non posso pensare che mi alzo la mattina mi sento donna e domani mi sento uomo.»
Mi permetta di dire che questa è una banalizzazione della questione di fronte a chi vive una esistenza in un corpo che non sente suo, ci sono storie difficili e percorsi di vita che vanno tutelati.
«Ci sono già le tutele e questo problema non sarà eliminato da una normativa costruita male; la normativa c’è, semmai vanno applicate le normative esistenti e se si sente la necessità di inasprire le pene, si inaspriscono quelle collegate ad una normativa già esistente. Non è costruendo una normativa totalmente ideologica e avulsa da quelle che sono categorie non giuridiche che si risolve; reputo quindi più opportuno intervenire sulla normativa esistente. Costruire una normativa come quella che addirittura introduce nelle scuole l’obbligatorietà di una giornata per celebrare una cosa del genere, io dico di no.»
Ma la società cambia, non pensa che i bambini di oggi vivono oggi una realtà completamente nuova e aperta anche a scuola?
«Io da madre sono totalmente contraria che venga introdotta nelle scuole una giornata celebrativa in questi termini. Io voglio avere la libertà di dire a mia figlia di 7 anni, quando e come voglio, che ci possono essere identità sessuali diverse da quella rappresentata da il padre e dalla madre, voglio essere libera di decidere e non voglio nemmeno la celebrazione di una giornata del genere.»
Invece quale è la sua posizione rispetto alle famiglie arcobaleno?
«Per la famiglia arcobaleno intesa come adozione o comunque utero in affitto siamo totalmente contrari, io come la giunta.»
Il sindaco come istituzione rappresenta tutti i cittadini: le chiedo, dopo la sua manifestazione contro il ddl Zan, non pensa di aver frapposto un ostacolo tra lei e le persone che vivono una realtà differente da quella indicata come famiglia tradizionale?
«Io come sindaco mantengo comunque una coerenza di convincimenti; non è che in quanto sindaco posso far finta che la penso in un certo modo. Le famiglie arcobaleno se, e come, vengono garantite e consentite da un sistema normativo vigente nessuno le mette in discussione; se il sistema normativo di riferimento consente un certo tipo di aggregazione familiare io, come persona che applica la legge, mi adeguo di conseguenza.
Ma sono anche una persona con le proprie convinzioni personali. Io non discrimino nessuno, ma non voglio nemmeno essere discriminata, se la penso in un certo modo ho diritto di esprimere un punto di vista.»
Per finire. Le destre insistono molto sul concetto di famiglia tradizionale, le chiedo: cosa una famiglia arcobaleno o una diversa scelta di vita che riguarda la sfera sessuale e personale di un individuo, vanno a togliere alle persone etero o alla famiglia formata da una mamma e da un papà?
«Non sto dicendo che toglie nulla, sto solo dicendo che dal mio punto di vista è preferibile per un minore crescere in una famiglia con un papà maschio e una mamma femmina per quanto possano essere considerati desueti questi concetti, piuttosto che crescere all’interno di una famiglia in cui i genitori sono omosessuali.»
Il sindaco alla fine dell’intervista dice che da avvocato, da” addetto ai lavori”, non vi sarebbe un allarmismo sociale tale da giustificare una normativa apposita e che i casi di cronaca (molti se ne sono susseguiti negli ultimi mesi), sarebbero piuttosto da riferire ad una errata cronaca giornalistica. Secondo il sindaco Mele molto spesso, dietro alle aggressioni, non ci sarebbero tanto motivazioni discriminatorie o legate al genere, quanto motivazioni differenti.
La battaglia sul Ddl Zan continua. Le posizioni sono differenti tra chi è favorevole e chi cercherà di ostacolarne in ogni modo la approvazione. Molte sono le argomentazioni sul tavolo, moltissime le prese di posizioni prettamente ideologiche (soprattutto da parte dei partiti di destra) e spesso il confronto si fa scontro.
Poi c’è chi lascia agli altri le discussioni e si affida alle alte sfere, invitando alla preghiera i propri elettori: lo ha fatto l’avvocato Daniele Carissimi di Terni, consigliere regionale in quota Lega che dalla pagina personale di facebook invita ai suoi contatti a rivolgere una preghiera contro “l'aberrazione del Ddl Zan”, così lo definisce.
Manca chi propone una macumba e per il resto abbiamo già visto tutto.
WORDNEWS.IT © Riproduzione vietata
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2021-05-13 19:24:22
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