«Un mese fa ho parcheggiato a via Romito, ho preso un caffè al baretto e sono andato a riguardarmi la casa “senza tetto e senza intonaco, una casa di poveri, all’estrema periferia” così la descrive il poeta…»
«L'ultima volta che sono passato davanti alla prima casa romana di Pier Paolo Pasolini è stato un mese fa. Il 14 ottobre scorso sono andato nell’aula bunker di Rebibbia per il processo sul sequestro, la tortura e l’uccisione di Giulio Regeni. Una brutta giornata per la giustizia perché il cammino burocratico s’è bloccato e la verità sulla vicenda è stata nuovamente nascosta da timbri e scartoffie. Quel giorno sono uscito dal tribunale, sceso sulla Tiburtina e risalito da via Casal dei Pazzi. Settanta anni fa avrei potuto tagliare da via Raffaele Majetti, ma adesso la strada è chiusa da un cancello. Ho parcheggiato a via Romito, ho preso un caffè al baretto e sono andato a riguardarmi la casa “senza tetto e senza intonaco, una casa di poveri, all’estrema periferia” così la descrive il poeta. “C’era un palmo di polvere d’estate, e la palude d’inverno. Ma era l’Italia, l’Italia nuda e formicolante”. Quella casa è in vendita. All’asta per pochi soldi. “Per due spicci” mi dice al telefono Davide Angelilli che si sta sbattendo per fare in maniera che il quartiere non la perda. Davide che sogna un museo diffuso e popolare nel quale la casa del poeta sia un pilastro, un centro in mezzo a questa periferia. Ci vediamo domani? Certo. Io attacco il telefono e penso allo spettacolo col quale ho appena debuttato: “Museo Pasolini“. Un museo di parole. Attacco e penso a un museo vero, un museo di persone.»
Ascanio Celestini
Dopo anni di incuria e abbandono, la prima casa romana di Pasolini a Rebibbia è stata di recente messa all’asta. Nell’abitazione, che già è di proprietà privata, il Comune aveva annunciato di voler aprire una Casa internazionale della Poesia nel 2013. Purtroppo, però, come spesso avviene quando si tratta di investire in periferia, il progetto poi non si è concretizzato e l’immobile è rimasto in stato di totale abbandono.
Il prossimo mese l’immobile dovrebbe essere venduto in un’asta giudiziaria, mortificando così il suo valore storico e culturale. Infatti, è proprio qui sulla Tiburtina che Pasolini è entrato in contatto col mondo popolare delle borgate romane, qui ha trovato i personaggi di Ragazzi di vita e una Vita violenta. Insomma, anche se Pier Paolo Pasolini non ha vissuto molti anni qui, questo è stato un luogo cruciale per la sua formazione culturale e intellettuale.
Per questo, come realtà territoriali, popolari e antifasciste che portano avanti progetti di riscatto e di partecipazione nei quartieri della Tiburtina, chiediamo che venga riconosciuto il valore storico della casa di Pasolini, che si fermi l’asta e che si apra un dialogo con noi per costruire un museo diffuso su Pasolini nel IV Municipio. È fondamentale riappropriarci dell’eredità intellettuale di Pasolini per creare un luogo di cultura e poesia in suo nome, e raccontare la storia sua tutta, non solo gli aspetti più personali, contestualizzarla e restituirla con questo museo alla comunità che ne è stata partecipe.
L’occasione del centenario della nascita del poeta nel 2022 potrebbe essere un’ottima opportunità per avviare tale progetto sociale e culturale, e crediamo sia fondamentale la partecipazione di noi abitanti attivi nei quartieri popolari.
Le prime adesioni: Centro popolare San BasilioV Zona, Casa del Popolo Casal Bruciato, Circolo Arci Concetto Marchesi, Comunità educante de’ Pazzi, Comitato popolare Casal Bruciato, Teatro popolare San Basilio Comitato di quartiere Casal Bertone, Asia Usb
PER INFO E ADESIONI: lacasadipasolini@gmail.com
La posizione della Fillea e della Cgil:
La Fillea Cgil di Roma e del Lazio lancia un appello al Municipio IV, al Comune di Roma e alla Regione Lazio affinché entrino in possesso della prima abitazione romana di Pier Paolo Pasolini, un appartamento di 40 metri quadrati nel quartiere di Rebibbia, ora messo in vendita.
La decisione dei proprietari rappresenta l’ultima occasione per le Istituzioni per rendere patrimonio collettivo un bene dall’alto valore storico e culturale. Negli anni, infatti, si sono susseguite proposte ed idee da parte del Comune di Roma, l’ultima nel 2013, che non hanno mai visto la luce.
Ora è il momento di mettere in campo un progetto per recuperare il bene e renderlo patrimonio pubblico, inserendolo anche in un’azione più ampia di rigenerazione urbana del quartiere.
Siamo convinti che rendere il primo appartamento di Pasolini un luogo pubblico accessibile alle persone, in cui sia possibile studiare, accedere alla cultura o svolgere attività creative e ricreative, possa rappresentare un importante punto di svolta per la il Municipio IV e le persone che lo abitano. Nel quadrante est della Capitale, infatti, spazi del genere sono rari e spesso sono di natura privata.
Crediamo, proprio nell’ottica di rendere l’appartamento un luogo che risponda ai bisogni del territorio, fondamentale coinvolgere le associazioni, i comitati e le realtà territoriali per costruire una progettualità condivisa anche con chi vive il quartiere.
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2021-11-18 12:01:04
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