Dopo l’occupazione tedesca della Penisola e l’inizio delle deportazioni, Bachi e la sua famiglia si nascosero a Torrechiara di Langhirano (PR), presso un (ex) collega e amico fraterno di Armando, ma il loro nascondiglio fu presto scoperto: il 17 ottobre 1943 Armando Bachi e il figlio Roberto di 14 anni furono catturati dalle SS e rinchiusi nella prigione di Salsomaggiore (PR).
Trasferiti a San Vittore, Armando fu ripetutamente torturato, tanto da necessitare un ricovero a Niguarda nel corso del quale rifiutò di scappare per non abbandonare il figlio.
Poche settimane più tardi furono entrambi deportati: il 6 dicembre partirono dal binario 21 della stazione di Milano, l’11 arrivò ad Auschwitz: questa sarà anche la data della morte di Armando, che in quanto anziano e giudicato inabile al lavoro, venne avviato immediatamente alle camere a gas.
Anche Roberto sarebbe morto ad Auschwitz qualche mese più tardi, non si conosce la data esatta.
Alla loro memoria, a Parma, sono dedicate due pietre d’inciampo.
Per approfondire:
Sito web ‘Da Verona ai lager’ https://daveronaailager.com/, banca dati della deportazione veronese.
fonte: ANED – Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi nazisti
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2022-01-17 16:17:24
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