Aperto e letto il testamento di Silvio Berlusconi. E' stato scritto nel 2006 con due aggiunzioni: una nel 2020, quando il Cavaliere fu positivo al covid, e una a gennaio dell'anno scorso, durante il ricovero all'ospedale.
A Pier Silvio e Marina Berlusconi spetta la maggioranza di Fininvest, raggiungendo insieme il 53%, e quindi non esistono maggioranze qualificate o minoranze di blocco. Inoltre nell'ottobre 2020, con una nota scritta a mano, lascia 100 milioni al fratello Paolo. Infine, nell'ultima nota, lascia 100 milioni a Marta Fascina e 30 milioni a Marcello Dell'Utri.
E' proprio quest'ultima scelta che fa riflettere e mettere nuovamente in discussione il suo passato.
Quanto sembra, Dell'Utri, è l'unico al di fuori dei familiari a ricevere parte dell'eredità. Così si installano ulteriori dubbi su entrambe le figure. Ricordiamo che Marcello Dell'Utri è stato condannato in Cassazione, nel 2014, a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Ma, in tutti questi anni, l'ex senatore è sempre stato in silenzio.
“L'imprenditore milanese, abbandonando qualsiasi proposito (da cui non è parso mai sfiorato) di farsi proteggere da rimedi istituzionale, è rientrato sotto l'ombrello di protezione mafiosa assumendo Vittorio Mangano ad Arcore e non sottraendosi mai all'obbligo di versare ingenti somme di denaro alla mafia, quale corrispettivo della protezione.”
Scrivono così i giudici nella sentenza d'appello, confermata in cassazione, a pagina 310 riferendosi a Silvio Berlusconi.
Invece su Dell'Utri a pagina 470, sempre in sentenza d'appello confermata in cassazione, scrivono:
“Ha, con pervicacia, ritenuto di agire in sinergia attiva con l'associazione e di rivolgersi a coloro che incarnavano l'anti-stato, al fine di mediare tra le esigenze dell'imprenditore milanese e gli interessi del sodalizio mafioso, con ciò consapevolmente rafforzando il potere criminale dell'associazione.”
Davanti a queste sentenze e a questo passato pesante ed inequivocabile, è impossibile non pensare ad una cosa: perché questi 30 milioni?
Sarebbe forse il prezzo del silenzio?
Dell'Utri si dichiara commosso e sorpreso dal lascito dell'ex premier. “Silvio non mi doveva nulla. In amicizia non contano i soldi”. Inoltre ha dichiarato che utilizzerà i soldi ereditati per la creazione di una biblioteca di letteratura siciliana nella Valle dei Templi come dono per Agrigento, Capitale della Cultura 2025. “Paga il mio silenzio? Il solito odio” chiude così l'ex senatore.
Intanto restano interrogativi sempre aperti sperando, prima o poi, di arrivare ad una vera verità sui periodi più bui della Prima Repubblica.
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2023-07-08 11:30:36
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