Per quest'anno Salvatore Borsellino ha deciso di incentrare tutta questa commemorazione sulle connivenze tra mafia e Stato, sulle complicità nella preparazione della strage, sul furto dell’Agenda Rossa, sui depistaggi, sulla trattativa, anche in base a quanto pubblicato nelle motivazioni delle sentenze del processo di Palermo (trattativa) e di Caltanissetta, BO + 2 (depistaggio) e per questi motivi è stato scelto il testo: “Io so chi è Stato”.
Non possiamo accettare che si ammetta l’esistenza della trattativa ma se ne assolvano, perché “il fatto non costituisce reato” i funzionari dello Stato che la hanno iniziata e portata avanti dato che questa trattativa non ha fermato le stragi ma le ha moltiplicate.
Non possiamo accettare che venga sancita la prescrizione del reato di depistaggio, anche se ad essere processata avrebbe dovuto essere tutta la catena di comando del depistaggio stesso e non i funzionari che hanno materialmente istruito il falso pentito Scarantino.
Non possiamo accettarlo perché il lungo tempo passato dal reato che ne ha portato alla prescrizioni è una diretta conseguenza del reato stesso.
Non possiamo accettare che nella motivazioni di questa sentenza si affermi che il lungo tempo passato, più di 30 anni, renda oramai difficile pensare di potere arrivare alla Verità.
Si adombra così lo sciagurato concetto della improcedibilità introdotto dalla riforma Cartabia e la rinuncia dello Stato ad essere uno Stato di diritto e di rendere Giustizia alle vittime di un reato.
Passassero pure cento anni, Giustizia deve essere fatta e noi, e speriamo di continuare ad essere sempre di più, continueremo a combattere fino all’ultimo giorno delle nostre vite per avere Verità e Giustizia non soltanto verso chi ha materialmente compiuto la strage ma soprattutto nei confronti di chi ne è stato complice.
“Quando verrò ucciso”, diceva Paolo negli ultimi giorni della sua vita, “sarà stata la mafia ad uccidermi ma saranno stati altri ad aver voluto la mia morte".
Questi altri non solo non hanno pagato per i loro delitti ma godono oggi i frutti del colpo di stato realizzato grazie anche a queste stragi e dal passaggio dalla prima alla seconda Repubblica.
Salvatore Borsellino e le Agende Rosse di tutta Italia hanno pensato di impostare la manifestazione in Via D’Amelio attraverso una installazione che utilizzerà le sagome a grandezza naturale dei protagonisti della strage, della trattativa e del successivo depistaggio, a partire dal furto dell’Agenda Rossa di Paolo Borsellino, la scatola nera della Strage trafugata da uomini dello Stato, come abbiamo sempre sostenuto e come confermano, ma sono passati 31 anni, le motivazioni della sentenza BO + 2.
Le Agende Rosse d'Abruzzo hanno pensato di essere presenti dall'Abruzzo con questo testo ripreso dalle parole di Salvatore Borsellino e da Vasto con questo striscione sulle mura del Palazzo di Città ringraziando il Sindaco Francesco Menna e tutta la Giunta Comunale per aver accolto questa nobile iniziativa.
Da Vasto un abbraccio a Salvatore Borsellino e ai compagni delle Agende Rosse oggi in Via D'Amelio a Palermo.
Da parte nostra l'Agenda Rossa alzata su in cielo e un solo urlo d'amore: "VERITÀ, GIUSTIZIA, RESISTENZA!"
Le Agende Rosse Abruzzo
L'INTERVISTA a Salvatore Borsellino
PRIMA PARTE. «Borsellino: «gli assassini di mio fratello sono dentro lo Stato»
SECONDA PARTE. «Chi ha ucciso Paolo Borsellino è chi ha prelevato l’Agenda Rossa»
TERZA PARTE. Borsellino «L'Agenda Rossa è stata nascosta. E' diventata arma di ricatto»
- Apparati dello Stato in via D’Amelio per attendere la strage e rubare l’Agenda Rossa
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L'INTERVISTA al colonnello dei carabinieri Michele RICCIO
Prima parte: «Dietro alle bombe e alle stragi ci sono sempre gli stessi ambienti»
Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»
Terza parte: «Non hanno voluto arrestare Provenzano»
Quarta parte: Riccio: «L’ordine per ammazzare Ilardo è partito dallo Stato»
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2023-07-19 10:53:17
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