«Ogni posto è una miniera. Basta lasciarcisi andare, darsi tempo, stare seduti in una casa da tè ad osservare la gente che passa, mettersi in un angolo del mercato, andare a farsi i capelli e poi seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un incontro, con l’amico di un amico di una persona che si è appena incontrata e il posto più scialbo, più insignificante della terra diventa uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro di umanità dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza più il bisogno di andare altrove. La miniera è esattamente là dove si è: basta scavare». (Tiziano Terzani, Un indovino mi disse)
Albert Einstein disse che ci sono cose considerate impossibili finché non arriva qualcuno che non lo sa e le realizza.
Nell’epoca dei social e della velocità dei bit periodicamente sentiamo suonare campane per la morte dei libri e della parola scritta, soppiantata da altre forme di comunicazione. Ma passano gli anni ed invece i libri e i testi scritti resistono e continuano ad affascinare. Perché c’è chi considera ormai impossibile raccontare con la forza dirompente delle parole e chi invece, parafrasando Einstein, lo realizza.
Nella letteratura e nel giornalismo. Uno scrittore autentico e un giornalista-giornalista (riprendendo la famosa scena di Fortapasc, il film su Giancarlo Siani) vivono un tornado nel loro intimo.
Il giornalista ricerca e vaga, nel quotidiano, in ogni momento. Per cercare le notizie utili alla collettività. Nelle terre di mafia, di camorra, di ogni ingiustizia e oppressione o nei teatri di guerra il cronista non si ferma nei grandi alberghi, non si accontenta di accucciare il microfono davanti ai potenti. Frequenta i bar e le piazze, si intrufola nei vicoli e negli anfratti delle città. Incontra l’umanità più varia, porta al centro le periferie e gli emarginati, dona voce a chi non ha voce, parafrasando Marco Revelli s’incunea nei meandri del disordine globale.
Le miniere a cui faceva riferimento un grandissimo e profondo giornalista come Terzani sono ancora oggi bussole e stelle polari del giornalismo. C’è chi si lascia dominare da narrazioni e luoghi comuni. Soprattutto da chi i luoghi non li vive o lo fa solo ai margini, seduto dietro comode scrivanie e poltrone. Poi c’è chi invece non si accontenta dei luoghi comodi e comuni, chi pone domande, chi tutta la vita si lascia infiammare e guidare dalla ricerca delle miniere senza trovare pace, pone dubbi, interrogativi, incontra e conosce.
Lo scrittore può vivere la stessa passione, profondità, ricerca. Nonostante l’avanzare delle moderne tecnologie e della superficialità della velocità è ancora possibile volare accompagnati dai libri e dalla carta. Attraversare le epoche e i meridiani, assaporare luoghi lontani e sognare, guardare, immergersi nella forza dirompente del verbo. Si racconta che Salgari non lasciò mai la terra natìa. Eppure descrisse luoghi esotici e lontani come se fossero casa sua, come se li frequentasse ogni giorno. Nei suoi libri abbiamo vissuto anche i dettagli più piccoli, e allo stesso tempo poetici e mozzafiato, di foreste e isole lontane. Volando sulle ali di carta della sua scrittura tutti abbiamo trascorso parte della nostra vita sull’isola di Mompracem e solcato il Mare della Malesia.
Enrico Franceschini, giornalista di Repubblica, è un grande viaggiatore.
Una vita intensa e avventurosa, straordinaria e che ha vissuto alcuni degli avvenimenti più importanti degli ultimi decenni. Un’avventura giornalistica e non solo che ha raccontato nel libro “Come girare il mondo gratis. Un giornalista con la valigia”.
Il prossimo 2 agosto alle ore 21 il libro verrà presentato dall’associazione MeD (Mari e Deserti) nella suggestiva cornice di Palazzo Furii a Casalbordino.
Sarà presente lo stesso Franceschini che il giorno successivo sarà ospite di un aperitivo letterario presso Relais Piano Valle a Pollutri alle ore 19. I posti saranno limitati ed è quindi necessaria la prenotazione entro il 30 luglio al numero 3388999526.
Il 5 agosto, sempre alle ore 21 a Palazzo Furii, tornerà ospite dell’associazione MeD lo scrittore Alessandro Vanoli, da tanti anni amico dell’associazione e di casa a Casalbordino. Tante le presentazioni dei suoi libri e gli eventi organizzati in questi anni. Narratore straordinario e colto, capace di catturare l’attenzione e farci vivere epoche lontane e ogni luogo del mondo, Vanoli presenterà il libro “Estate, promessa e nostalgia”, l’ultimo di un ciclo nel quale ha raccontato tutte le stagioni.
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2023-07-27 15:34:02
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